Regaud (Pic) traversata cresta Nord e discesa dalla Vire Regaud

Regaud (Pic) traversata cresta Nord e discesa dalla Vire Regaud
La gita
abo
04/09/2019

Avvicinamento veloce fino al Col des Evettes e da lì traccia abbastanza evidente verso il Col de l’Ouille du Midi (ometti). Il traverso per raggiungere il colle vero e proprio non è banale così come la cresta iniziale che segue (affilata e con detrito su lastroni di roccia). Il primo risalto della cresta si affronta su di un solido calcemicascisto ricco di fessure e blocchi per proteggersi (sosta da attrezzare su blocco in uscita). Quindi seguono nell’ordine: tratto orizzontale facile, un tratto facile di roccia mediocre (cercare il filo sulla dx) e quindi un tirello con muretto di III+ per raggiungere la base delle placche. Da lì in su la scalata si fa finalmente continua e su ottima roccia (serpentinite rossastra e abrasiva). Con una corda da 60m le placche si possono affrontare in un unico tirone, noi consigliamo invece di fare 2 tiri con corda da 30m (prima sosta attrezzabile sulla sx del terrazzo mediano con friend #1 e #2 BD, seconda sosta su blocchi in uscita).
Carino anche l’ultimo muretto attrezzato a spit, da lì per breve cresta esposta si raggiunge la panoramica cima. Impressionante constatare l’inesorabile ritiro dei ghiacciai rispetto alle foto di chi ci ha preceduto, anche solo a distanza di 10 anni.
Mentre dalla salita sinceramente mi aspettavo qualcosa di più lungo e impegnativo (a mio avviso più corretta la gradazione francese AD rispetto all’AD+ che era presente qui sul sito, ma è opinabile), la discesa si è rivelata da ricercare con attenzione.
Noi abbiamo erroneamente percorso il primo canalino che si trova scendendo sulla sx (in realtà bisognerebbe proseguire ancora in cresta fino a raggiungere il secondo), in questo modo si disarrampica sul facile fino ad un passetto di II+ che dà accesso ai ghiaioni. Quindi su pietraie scomode siamo scesi fino alla “leggendaria” vire Regaud (per fortuna segnata all’inizio da ometti): attenzione perché bisogna attraversa un pendio detritico abbastanza ripido che non perdonerebbe una scivolata (assolutamente sconsigliabile con terreno gelato).
Come materiale consigliamo appunto qualche friendino porta fortuna e qualche fettuccia, altrimenti la via è già ben attrezza, consigliato comunque il martello per controllare i chiodi. Meglio non aspettare troppo avanti nella stagione perché si scala quasi sempre all’ombra (lato ovest della cresta) e in caso di verglass sia la salita che la discesa non devono essere un bijou.

Con Marco, lanciatissimo per salire questa bella ed estetica cima in una giornata tutto sommato plaisir.

Link copiato