Redorta (Pizzo) Cresta Nord

Redorta (Pizzo) Cresta Nord
La gita
la-nata
05/09/2017

Partita nel bosco buio con la frontale prima dell’alba. Arrivata al Brunone, ho proseguito di buon passo per il sentiero ottimamente segnato per il Redorta. Arrivata al margine inferiore del ghiacciaio, sono erroneamente salita subito pensando di tagliare la Vedretta di Scais più in alto e mi son trovata sul ghiacciaio alla sua destra con relativa crepaccia periferica da saltare verso le più sicure rocce centrali. Sono quindi ridiscesa per prendere la Vedretta di Scais dal basso, ho infilato i ramponi e, con picca e bastoncino per sondare il terreno, sono salita in diagonale verso l’evidente Bocchetta. A due terzi del percorso si apre un’ulteriore ampio crepaccio trasversale che ho oltrepassato su detriti e ghiaccio nero a sinistra, ben lontana dagli effimeri ponti neve sulla destra (colpevole la nevicata di settimana scorsa). Raggiunta la crepaccia terminale, sono scesa e salita nel canalino terroso-roccioso… marcio, per dirla tutta e, levati i ramponi, aiutata da una corda (e che corda… chissà quante ramponate s’è presa!) sono salita per la cresta. Anche lì roccia marcia e bagnata con un’esposizione a est impressionante. Dopo i primi trenta delicati metri, non sapendo se avessi imboccato la retta via, nella solitudine, senza ometti di sorta, con troppi rigoli di neve sciolta che bagnavano continuamente la già pessima roccia, ho deciso di fare dietro front (mi è stato poi detto che quello era l’unico punto difficoltoso, dopo il quale sarei giunta in breve in vetta).
Giornata all’insegna degli errori e di “quello-che-non-bisogna-fare-in-montagna”. Sbagliare per imparare.
Ho deciso di inserire la gita ugualmente (anche se non sono arrivata in cima) perché tutte le persone alle quali avevo chiesto informazioni, mi avevano tranquillizzato sul fatto che non esistessero crepacci su quel piccolo ghiacciaio… un corno! Occhio.

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