Dal parcheggio in prossimità di La Ferrère, sulla strada da Bionaz a Place Moulin, prendere la strada sterrata che scende verso Pouillayes e di lì il sentiero numero 14, in comune con il numero 15, che si inerpica nel bosco.
Dopo aver raggiunto l’alpeggio di Bachal, si prosegue sulla sinistra in direzione del Bivacco Chentre-Bionaz, lungo la Comba d’Avée. Poco più avanti, in corrispondenza di una pietraia, si abbandona il sentiero e si approccia quest’ultima, muovendosi in orizzontale verso Sud.
Qui il terreno diventa erboso con larici sparsi e, sempre senza alcuna traccia, è necessario incominciare a salire puntando alla dorsale O della Becca des Rayes Planes.
Dopo un primo tratto più ripido e qualche placca da superare, il terreno tende a spianare, fino ad avvistare la cresta principale che conduce alla Pointe de l’Artse. Resistere alla tentazione di puntare verso una o l’altra punta che potrebbe apparire come la vetta, e rivolgere lo sguardo a sinistra: la Becca des Rayes Planes, infatti, non è una cima vera e propria, ma è il punto in cui la cresta precipita verso la valle.
Un cumulo di pietre segna l’esatta posizione della vetta, altrimenti non facilmente identificabile.
Per la discesa è possibile compiere, in alternativa, una diversione some segue, per poter vedere l’adiacente Comba des Montagnayes, altrimenti nascosta per tutta la salita: una volta abbassatisi di un paio di centinaia di metri, virare a sinistra e, sfruttando un passaggio nella fascia rocciosa, calarsi nella suddetta vallata.
Di qui è possibile proseguire, per cenge mai esposte e in traverso, per poi abbassarsi laddove la pendenza del versante diminuisce, e proseguire quindi fino all’alpeggio di Arp Damon, in cui si incontra il sentiero 15 proveniente dal Col des Montagnayes che riporta a Pouillayes. In alternativa, è possibile seguire uno dei tanti ripidi canaletti che conducono direttamente a valle, senza spingersi fino ad Arp Damon.
- Cartografia:
- Carta Nazionale Svizzera, foglio 1366 "Mont Vélan"
- Bibliografia:
- Gino Buscaini "Alpi Pennine II"