Via molto bella, ottimamente attrezzata, su granito magnifico (d’altra parte siamo sul Bianco). Siccome nelle varie relazioni si trovano molte discordanze (soprattutto per la discesa), fornisco alcuni particolari tecnici utili:
L’attacco si raggiunge dal sentiero per il rifugio Dalmazzi, piegando su traccia a destra in corrispondenza di una placca metallica molto evidente indicante la palestra di roccia Andrea Ciola. Da lì tracce e ometti in direzione della bastionata rocciosa, l’attacco si trova sulla sinistra guardando la parete in corrispondenza di un saltino verticale.
Nel terzo tiro si traversa una specie di canale e poi ancora qualche metro verso sinistra su una cengia erbosa. In alcune foto qui ho visto una corda fissa, adesso non c’è più. Alla fine di questo tiro mi aspettavo una sosta con catena come tutte le altre, ma ho trovato solo uno spit con maillon (qualche metro prima ce n’è un altro, sempre con maillon, che probabilmente servivano per tenere la corda fissa). Da questo spit (che costituisce in pratica S3, e che magari qualche anima pia potrebbe raddoppiare) si farà la seconda doppia di discesa.
Il sesto e ultimo tiro termina sul risalto erboso sommitale, come indicato in tutte le relazioni. Tuttavia la via prosegue su un ulteriore saltino di roccia soprastante, a occhio sono pochi metri facili, che però non abbiamo percorso.
Discesa: in ogni relazione ho trovato indicazioni diverse. Strano perchè la nostra discesa è stata molto semplice: da S6 una prima doppia di 60m giusti (ricordarsi i nodi in fondo alle corde!) in verticale, spostandosi poi leggermente verso destra faccia a monte, per andare a prendere lo spit con maillon di S3 sulla cengia erbosa citato prima. Da qui una seconda e ultima doppia di 50m deposita direttamente alla base della parete, una ventina di metri a sinistra dell’attacco.