Pradella (Monte) dalla Val Sanguigno

Pradella (Monte) dalla Val Sanguigno
La gita
fabiogi
4 21/03/2009
Accesso stradale
libero
Osservazioni
Visto valanghe a pera esistenti
Quota neve m
1100

Certe volte ci si abbandona per un lungo viaggio, per vedere la grandiosità della natura e per mettere alla prova le proprie capacità, per ritrovarsi poi felici, dopo avere speso tutto , ad un dito dal cielo , solo perche’ Lui te lo ha permesso.
Queste sono le mie sensazioni ad un giorno dalla lunga salita al M.Pradella, un notevole percorso che avevo fatto 20anni fa.
Con l’allenamento giusto e con le buone condizioni meteo e del manto nevoso che oggi si e’ assestato grazie allo zero termico basso ,mi sono cimentato in questa grande impresa .
Partenza ore 8 (tanto la giornata e’ lunga, non c’e’ fretta di scendere presto ) dopo il ponticello si portano gli sci a spalla alla prima baita pochi minuti, meno male che ho portato i rampanti, mi aspettavo che il ripido percorso nel bosco sarebbe stato tutto ghiacciato; piu’ sopra continui dossi fatti di sassoni coperti che sembrano montagne russe, gimcane tra rami di alberi rotti dal peso di tanta neve. Sopra il R.Gianpace si deve superare il fronte di due valanghe (come se non bastasse, cmq meglio sopra che sotto!) per poi finalmente continuare agevolmente sul fondo di tutta la ValSanguigno, contornando tutti gli scarichi di valanghe tutt’intorno al M.Crapel, ripida cima che come una sentinella da un castello controlla tutto il percorso della valle come se volesse decidere chi far salire e chi no. Dopo Baita Bindagola la valle ti trasporta in ampio giro verso Nord e come una visione appare il resto del percorso ……sono 3 ore e ancora a metà strada! Grazie al rigelo la neve tiene bene e fa meno freddo di quanto preventivato oggi, anzi, si suda! . Arrivato ai Laghetti alti incrocio in discesa un gruppetto che ha gia’ fatto la vetta; grazie a loro trovero’ scalinata la cresta finale! Dopo una lunga pausa di fame riprendo la salita ormai in vista della cima sopra il Lago Gelato, alto laghetto fantasma che incornicia perfettamente questa selvaggia montagna. Il ripido pendio finale ancora con neve dura alle 16 (ecco dove era il fresco) mi costringe a fissare gli attacchi e salire a scaletta (certe volte uso questo metodo su corte salite in punti pericolosi piuttosto che mettere i rampanti) arrivo cosi’ poco sotto la cima a 2600c., la risalgo con attenzione perche’ il grosso accumulo di neve e’ un po’ gelato, fortunatamente sono pochi metri ed eccomi in vetta. Panorama grandioso, ti sembra di essere partito da un tombino ed essere arrivato in cima al mondo , giu’ là sotto Valgoglio da dove sono partito (e spero di ritornare) 8 ore fa. La lunga discesa la comincio verso le 17, ampissime curve in grandi spazi con neve leggermente sciolta. Grazie al gruppo che ha tracciato il percorso tra i dossi, le difficolta’ si sono alleviate qui sul sentiero, frustate di rami e buchi trabocchetto consigliano di scendere a piedi ma le gambe tengono ancora e mi permettono di arrivare finalmente in fondo prima che tramonti il sole, tutto intero.
Chissà quando ci rivediamo, grandioso M.Pradella.

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