- Accesso stradale
- strada stretta con parecchie buche, comunque percorribile fino alla fine.
L’impressione che da di primo acchito, e’ piu’ di pendio ripido che di parete vera e propria.
In condizioni di estrema magrezza. Una lingua di neve discontinua lo solca al centro.
Sufficiente una picca e al limite un bastoncino.
Praticamente non si appoggiano mai le mani.
Pulita l’uscita al colletto, cosi come il breve tratto finale di cresta alla vetta.
E’ il giungere alla base che comporta il disagio maggiore, dovendo farsi strada tra rododendri, boschina, detriti, e in ultimo un estesa pietraia, ricoprente per intero la conca sospesa, da attraversare per buona parte prima di arrivare all’attacco.
Con maggior copertura nevosa al momento ancora un miraggio, di fatto avrebbe per certo creato meno problemi..ma tante’..buono o non buono, si prende quel che viene..
Non fidandomi a salire al Barbara per timore di ghiaccio sulla strada.. che poi in effetti non c’era..ho pensato per una partenza piu’ bassa, per esattezza da Pralapia, per il bel sentiero all’alpe Rossa. Un anfratto di questo appartato vallone del Carbonieri a me ancora sconosciuto.
Ritenuto opportuno scendere per la cresta nord est, incoraggiato da una traccia sempre presente sul filo, che scompare del tutto in una spianata in corrispondenza dei Rucias. Di qui in poi ho dovuto studiare un tantino il tragitto migliore, su terreno impervio canalini ripidi etc etc.. per arrivare giu’ alla conca del Pis e chiudere cosi con anello di piu’ ampia portata, una giornata breve quanto a ore di luce, ventosa, ma per quanto mi riguarda redditizia hundred per cent
Un solo escursionista incontrato in tutto l’arco della giornata giu’ al Barbara di rientro dal Col Manzol.