
Per il resto si possono aggirare le difficoltà su erba scoscesa e tracce delle capre.
Lo sviluppo della cresta è comunque notevole, e percorrerla richiede tre ore buone dall'attacco alla vetta. L'itinerario è tristemente noto in quanto nel 1979 vi precipitò la guida vigezzina Primo Bonasson, tradito dalla rottura di un appiglio sul passo chiave.
Una lapide in loco lo ricorda
Da Arvogno, seguire le indicazioni per il passo Campeia.
Il sentiero scende a guadar il fiume, e risale poi faticosamente sulla sponda opposta, attraversando numerosi boschi ed alpeggi.
Sul percorso si incontrano numerosi bivi, generalmente segnalati. Prestare molta attenzione ai segnavia.
I segnavia sono talvolta piuttosto scoloriti e la traccia tende a perdersi nell’erba e tra i cespugli. Comunque, in circa due ore e mezza si giunge nei pressi del passo campeia, sovrastati a sinistra dalle pareti della cima campelli.
Poco prima del passo, piegare a destra per pietraie senza percorso obbligato, e puntare verso la cima dei casaletti (è la prima elevazione a dx del passo), da cui comincia l’itinerario vero e proprio. Raggiunta tale sommità, senza difficoltà ma con fatica, si procede sulla cresta pianeggiante, prima senza difficolta, poi incontrando qualche passaggio su roccia.
Nella prima parte del percorso si consiglia di evitare le difficoltà. Si giunge fino all’intaglio che costituisce il passagio chiave della salita: ci si sposta sul lato sx della cresta (versante di Larecchio) e, tramite un canalino, si scende alla base dell’intaglio.
A questo punto si rimonta il lato opposto, seguendo una rampa in diagonale, per poi aggirare a dx lo strapiombino sovrastante. Il passo è esposto ma non difficile.
Usciti dal passo chiave, si riprende la cresta, obliquando per tracce e cercando la via migliore.
Il percorso non è comunque mai obbligato. Si giunge così sotto la piramido terminale: a scelta, ci si può mantenere a dx della cresta, su prati scoscesi e tracce di capre, oppure seguire più fedelmente il filo, con qualche passo più divertente, comunque non oltre il III grado.
Si raggiunge in tal modo la vetta. La discesa avviene per la via normale, seguendo l’evidente sentiero, con un passaggio su placca esposta subito sotto la vetta, poi più facilmente su traccia ben marcata prima nel prato e poi nel bosco.
- Cartografia:
- Kompass foglio Domossola
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