I sentieri sono ben segnati e curati dalle sez. CAI, pero' alcuni sono mooolto esposti, percio' assolutamente inadatti se si soffre di vertigini. Informarsi presso i gestori dei rifugi.
ATTENZIONE: abbiamo trovato asciutte tutte le sorgenti: non c'e' una goccia d'acqua su tutto il percorso, tenerne conto!!!
Il giro e' molto bello, e si possono circunnavigare Pietravecchia e Toraggio partendo direttamente dal rif. Allavena, al quale si arriva in auto.
Tra l'altro in primavera la zona e' ricchissima di fiori rari, in autunno i larici sono biondi e sicuramente lo spettacolo e' eccezionale; ci han detto che nell'area sono presenti i lupi, i cervi, aquile (le abbiam viste), e l'immancabile cinghiale.
PRIMO GIORNO
Partenza da Buggio, 400 m. circa; lasciare la macchina nella piazzetta all’ingresso del paese: tabellone orientativo. Per la vertia’ ci sono due sentieri che salgono alla Colla Melosa da Buggio, ma uno (quello delle Tane, che parte in alto, oltre la frazione) e’ per EE, l’altro, quello percorso da noi, parte dal parcheggio e attraversa il torrente; si inerpica tra oliveti, boschi di noccioli, poi faggi, poi pini. La prima tappa e’ un gruppo di case attorno alla chiesina della madonna di Lausegno;il sentiero sale ripido, poi incomincia ad attraversare i pendii con un lungo spostamento riprendendo a salire deciso in prossimita’ di un gruppo di baite diroccate, nel bosco fitto, fino a sbucare su di una strada all’altezza della diga della Tenarda; proseguire sulla strada a sinistra: scende fin sotto la diga, perdendo un centinaio di metri di dslv, e risale dall’altro lato, costeggiando per un bel tratto il filo spinato che circonda il bacino; questo tratto per la verita’ e’ piuttosto brutto, e piu’ lungo della mezz’ora segnata sull’ultimo cartello indicatore: sono circa 350 m. di dislivello con uno spostamento notevole. Si vede il rifugio quando si e’ a pochi metri.
Davanti a voi, il monte Pietravecchia e alla sua sinistra, il Toraggio; prima sorpresa: sembra di essere in Dolomiti….
Fin qui da Buggio non c’e’ una fonte per l’acqua….
SECONDO GIORNO
Dal rifugio sono possibili diversi itinerari, a piedi e in MTB.
Siamo salite lungo la strada sterrata (al rif. Allavena si puo’ arrivare anche in auto, ma se si decide di fare un giro circolare, resta il problema del recupero del mezzo…) fino ad un bivio con evidenti segnalazioni dell’inizio della Via degli Alpini, un sentiero che taglia le quasi perpendicolari pareti sud del Pietravecchia e del Toraggio, su di una cengia ricavata tra le due guerre per portare armi e vettovaglie ai fortini della zona di nascosto dai francesi.
La cengia era in origine ampia a sufficienza per far passare i muli carichi, ora e’ franata in diversi punti; dopo 50 anni di abbandono, il CAI di Bordighera l’ha ripulita e attrezzata con catene nei punti piu’ esposti. E’ impressionante e spettacolare, pur non essendo difficile.
Abbiamo imboccato questo sentiero, incontrando quasi subito alcune catene; al primo bivio l’abbiamo lasciato per proseguire in direzione Pietravecchia in mezzo ad un bosco di larici; siamo arrivate fino al colle Valletta, seguendo lo sterrato una volta raggiuntolo, poi siamo salite sulla punta Valletta, perche’ la visuale dal colle e’ coperta dagli alberi; bel panorama a 360 gradi; ridiscese al colle, siamo risalite per l’ampia traccia a sud fino alla punta Pietravecchia, da cui si vede bene il Toraggio e il panorama circostante; tornate per la terza volta al colle Valletta, abbiamo seguito l’indicazione Ventimiglia sulla targhetta MTB e siamo scese dietro il monte Pietravecchia fino al colle dell’Incisa, tra cespugli di lavanda. Dal colle dell’Incisa si puo’ continuare sul versante nord ovest del Toraggio, o scegliere la strada degli Alpini che attraversa il versante sud: abbiamo scelto questo sentiero, che scende a sud, ma non e’ indicato nel tabellone; scendere per qualche tornante e imboccare la cengia verso sud, spettacolare e attrezzata con catene; si attraversano e rimontano diversi canali, fino ad un bivio: per il Toraggio, seguire la freccia rossa a destra, per scendere, continuare sulla mulattiera con segno giallo; di qui non ci sono piu’ problemi, il sentiero e’ sempre ampio, ancora a tratti esposto e con catene, tra prati (visto un branco di cavalli bradi…), cespugli di lavanda, di timo, fiori anche rari…
Si arriva al colle del Corvo, e poi per sterrato al rif. Muratone; il tratto e’ molto lungo perche’ si scende molto dolcemente.
Ancora una volta, non abbiamo trovato una goccia d’acqua per tutto il percorso!!!
TERZO GIORNO
Siamo scese al colle Muratone, pochi minuti sotto il rifugio, e di qui direttamente a Pigna, per un bel sentiero, prima ripido, poi in leggera salita e traverso, poi su di uno sterrato da seguire in salita, per poi scendere ad una piccola chiesa e successivamente lungo le stazioni di una via Crucis fino a Pigna.
- Bibliografia:
- www.altaviadeimontiliguri.it-http://www.caibordighera.it