Malgrado il caldo della precedente settimana, l’itinerario non ha subito grosse variazioni, eccetto un’assottigliamento dello strato nevoso, e qualche tratto di ghiaccio non perfettamente coeso alla roccia.
Con Luca Goda ci siamo veramente divertiti. La via è splendida e estetica, fino alla confluenza con la “Rébuffat”, poi perde di interesse, lasciando il posto a placche di neve pressata senza una gran linea logica.
Le soste fino a L 10 sono ottime (addirittura spit rock da 8 mm e cordoni) e chiodi sul diedro di 2 lunghezze. Ci si protegge bene quando necessita. Insomma nelle condizioni attuali e con tutti i ripetitori, o la via non é così difficile coma la si dipinge, o siamo divenuti tutti dei fuoriclasse…