Paterno (Monte) Via Ferrata Innerkofler-De Luca

Paterno (Monte) Via Ferrata Innerkofler-De Luca
La gita
ste_6962
5 23/09/2018
Accesso stradale
nessun problema, ma il parcheggio al Rifugio Auronzo è un furto legalizzato!!

Siamo saliti il 22/9 dal Rifugio Auronzo (30 euro il costo del parcheggio per 2 giorni…un furto legalizzato, e non aggiungo altro!!) al Rifugio Locatelli passando dal Rifugio Lavaredo e dalla Forcella Lavaredo, seguendo il sentiero con segnavia 101, stradina semplice fino al Rifugio Lavaredo e poi sentiero largo fino al colle e un saliscendi per arrivare al Locatelli. Oggi meteo variabile, nuvoloso con qualche schiarita. Raggiunto il Rifugio Locatelli dopo 1.20 ore dal punto di partenza. Buona la sistemazione al rifugio, ma sul trattamento e l’accoglienza mi sarei aspettato qualcosa di meglio! Domenica 23 siamo partiti alle ore 8.00 e imboccato il sentiero che in cresta aggira il torrioncino noto come “salsiccia di Francoforte” e poi, superando la serie di gallerie scavate nel ventre di questa montagna, sembra di essere immersi nella storia pensando ai poveri militari che alloggiavano in questi antri tra il gelo e gli stenti!! Usciti dalle gallerie, il percorso della ferrata è stato sempre piacevole e divertente, con tratti aerei e piuttosto esposti, qualche paretina verticale, ma per gente che ha un minimo di confidenza con la roccia direi che non ci sono problemi e/o difficoltà insormontabili! Si incontra qualche tratto non attrezzato che richiede abitudine all’esposizione e un po di attenzione, la parte alta che porta in vetta non è attrezzata, ma ci sono passaggi facili di I grado e un breve tratto di II che se asciutti si superano bene, prestando attenzione alla ghiaietta presente sugli appoggi. Raggiunta la vetta in ore 1.30 dal Rifugio Locatelli. Una ferrata piacevole e decisamente interessante, meritava di essere presa in considerazione. Dopo una abbondante sosta in vetta, siamo ridiscesi fino alla Forcella del Camoscio, e qui, data la buona parte di giornata ancora a disposizione, abbiamo proseguito per la via ferrata delle Forcelle che traversa la Cresta del Camoscio (quindi eravamo sul nostro terreno preferito!!). La via attrezzata attraversa cenge molto aeree, sale e scende per canalini e gradini rocciosi, con percorso sempre piacevole e vario fino ad una ampia forcella. In discesa seguita un’ampia dorsale detritica dove sembra che le difficoltà siano terminate, ma invece rimane un profondo crepaccio roccioso che taglia in due la dorsale, va disceso e risalito (passaggi attrezzati con il cavo metallico), con un altro saliscendi ma su comodo sentiero siamo quindi arrivati alla Forcella Pian di Cengia, dove tre dei nostri sono scesi con il sentiero 101 al Rifugio Locatelli, mentre il sottoscritto e altri 6 amici hanno proseguito, raggiungendo prima il Rifugio Pian di Cengia e poi tramite un’altra via ferrata che sfrutta camminamenti, cenge e canaletti che seguivano un percorso militare, con grotte e resti di vecchie trincee raggiunta anche la cima del Collerena m. 2607, seconda cima di giornata, una sorta di balcone panoramico posto di fronte all’imponente muraglia rocciosa della Croda dei Toni. Una breve pausa in cima e poi è tempo di iniziare la discesa. Ritornati al Rifugio Pian di Cengia, seguendo il sentiero con segnavia 101 siamo rientrati al Rifugio Locatelli, dove abbiamo pernottato una seconda volta in attesa della gita del giorno successivo.

Dopo due anni di attesa e numerosi rinvii di questa gita per maltempo e problemi logistici è arrivato il momento giusto anche per salire il Paterno!
Una gita davvero appagante, molto interessante e divertente per la straordinaria bellezza del contesto ambientale, ma anche per il percorso fatto, per la varietà dei passaggi superati, si tratta di ferrate poco difficili ma non banali e che consentono di poter arrampicare senza dover utilizzare il cavo metallico con le mani, ma solo per l’assicurazione. Pienamente soddisfatti della scelta fatta, Il Paterno ha ripagato ampiamente tutti quelli che sono saliti (e scesi) da queste guglie rocciose. Un itinerario anche di valenza storica, pensando ai tristi avvenimenti che hanno visto protagonista questa cima nel corso della Prima Guerra Mondiale, e ai tanti poveri alpini che hanno perso la vita per difendere questi luoghi. Oggi (ma quasi sempre è così) era una cima molto frequentata come ampiamente prevedibile, quasi un centinaio di persone incrociate tra salita, discesa e in cima. La prima gita della tre giorni nelle Dolomiti di Sesto è andata alla grande quindi! Gita sociale del CAI Ligure Genova, organizzata dal sottoscritto in compagnia di Fabiano, con 8 partecipanti : Maria Carla, Elena, Laura, Alessandro, Claudio, Felice, Giorgio e Jagoda. Ottimo gruppo e grande compagnia come sempre, andare in montagna con voi è un vero piacere!

Link copiato