Parinacota (Volcan) da Pueblo Sajama per il versante Ovest

Parinacota (Volcan) da Pueblo Sajama per il versante Ovest
La gita
bubbolotti
3 05/08/2011

Scaricati dal fuoristrada a 4800m saliamo al campo base a 5130m, qui soffia un vento fortissimo che non lascia presagire nulla di buono, la temperatura crolla dopo il tramonto e dentro la tenda ci rifugiamo nei nostri sacchi a pelo. Noi usiamo una tenda “seria” della TNF, la nostra guida piu’ il cuoco (previsto dalle agenzie in questo tipo di ascensioni) dormono in una tenda da spiaggia della Quechua senza pavimento e al mattino diranno che si stava bene!!!! Sveglia alle 2, colazione alle 2.30 e partenza alle 3. Il vento sembra essersi calmato… sembra! Poco prima del colle reinizia a soffiare a raffiche violentissime, ci mettiamo addosso TUTTO quello che abbiamo con noi (Giacca a vento, piumino pesante, maglia da scialpinismo, micropile, maglietta termica, buff, tre paia di guanti oltre alle due calzemaglia che avevamo già sotto ai pantaloni pesanti!!!), riusciamo cosi’ a tamponare e a procedere: la nostra guida aggiunge un altro paio di guanti e passamontagna ed inizia ad esclamare “Mucho frio!”. Intorno ai 5700m calziamo i ramponi ed iniziamo a risalire il pendio nevoso (25-30 gradi), la guida decide di legarci dato che le raffiche sbilanciano parecchio e non vuole correre rischi. Fino ai 6100m tutto ok: grande fatica ma procediamo bene, da li’ in su sara’ per il freddo, sara’ per la fame, sara’ per l’ossigeno che quassu’ ha dimenticato di venire, inizia il calvario: mentre Bubbola sale lenta ma costante io invece mi devo fermare spesso a riprendere fiato: alle 10.30 raggiungiamo la Cumbre! Lo spettacolo del cratere e’ fantastico! Rimango spiaggiato per dieci minuti mentre Bubbola e Mario Chura (la nostra guida boliviana) fanno foto.
La discesa sembra eterna ma in realta’ corriamo parecchio e con una paio di scorciatoie (tentate, ammette la guida) siamo al campo base in due ore.
Le condizioni nelle Ande cambiano molto velocemente e la stessa ascensione puo’ presentarsi con gradi di difficolta’ molto differenti. Inoltre la neve che da noi si trasforma in bei pendii facili da salire e ancor di piu’ da scendere qui cambia rapidamente trasformandosi in blocchi di neve dura come il marmo: la sensazione e’ quella di camminare in un posto in cui centinaia di persone han massacrato la neve che poi e’ risolidificata a grandi blocchi: pesante in salita e oscena in discesa! I ramponi sono necessari altrimenti la progressione si arresterebbe poco dopo l’inizio del ghiacciaio. Come ulteriore conferma del freddo intenso, oltre all’acqua diventata un blocco nello zaino, mi si è congelata la cerniera del piumino ed è stata un’impresa aprirla.

Gita fatta con Bubbola e con Mario Chura (guida boliviana). Lungo lo stesso percorso due francesi (Cristoph e Elenoire) senza guida che sono partiti di gran carriera, ci han superato e staccato allegramnete facendoci sentire due cacchine ma che abbiamo poi superato e preceduto sulla vetta. Da non dimenticare Umberto, alpinista argentino solitario e folle: senza tenda!

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