Ripetuta domenica con kopernik.
Grande classica, per noi abbastanza lunga e impegnativa; di notevole soddisfazione per l’importanza storica e l’ambiente apuano eccezionalmente bello e selvaggio.
La roccia è ottima “solo” nei tratti più impegnativi (ci sono, direi, circa 5 passaggi superiori al V); per il resto, la roccia è molto spesso friabile e/o sporca di detriti.
Le soste ci sono e i chiodi sui tiri pure, ma sono, tutto sommato, meno abbondanti che su altre classiche apuane.
Al terzo tiro, dove è facile sbagliare, noi ovviamente abbiamo sbagliato e non abbiamo traversato subito a destra. Questo ci ha costretto a lasciare un chiodo fuori via, per poter traversare a destra ben più in alto (all’altezza di un cordone in clessidra della Cottolengo), azzerando un passo che sarebbe duro in libera. Il chiodo è ben visibile anche dalla sosta, ma va ignorato! Traversate subito anche se non sembra così evidente.
Un bravo a Gianmarco che ha tirato gran parte delle lunghezze più difficili.