Palavas (Monte) o Tete du Pelvas Cresta SE – Traversata dei Torrioni

Palavas (Monte) o Tete du Pelvas Cresta SE – Traversata dei Torrioni
La gita
eugenio88
4 09/08/2020
Accesso stradale
Se si vuol salire in auto fino alla conca, informarsi prima presso l'agriturismo di Villanova, dove si possono comprare i biglietti: numero limitato per le auto e prezzo di 10 Euro per il parcheggio (a giornata). Orari di salita e discesa prestabiliti, sulla strada è difficile incrociarsi.
Traccia GPX

Agevole avvicinamento dalla Conca del Prà, ricordarsi di prendere la traccia che sale a sx (salendo) una volta giunti al Fountanun: abbiamo costruito un ometto.
Su tutto l’itinerario non si incontrano nevai residui.

La via è, nel complesso, più amichevole di altre gradate allo stesso modo in zona.
Sono presenti numerosi spit e chiodi tradizionali, alcuni dei quali recenti e ben posizionati (non necessario martello per ribatterli, ad oggi).
Noi abbiamo fatto due tiri solo per i passaggi di quinto. Entrambi sono ben protetti a chiodi. Il primo è più tecnico rispetto al secondo, a mio parere. Per quanto riguarda il passaggio chiave della via (quello che qui su Gulliver è dato per L7), si passa abbastanza agevolmente restando bassi una volta rinviato il chiodo e spostandosi verso lo spigolo di destra ignorando il fondo del diedro dove si vede pendere una fettuccia nera. Il passo è protetto da due chiodi ed è azzerabile nel caso non si riuscisse a superarlo. Il tratto “duro” è davvero limitato ad un passo.
Per il resto dell’itinerario abbiamo proceduto di conserva protetta o a corda corta.
Placca Jervis ben protetta e molto divertente.

Utilizzato friend dallo 0.2 al 2 BD e un paio di cordini.

Sosta di calata dal primo torrione su ottimo spuntone con cordoni e maillon omologato in buono stato.

Per calarsi dal secondo torrione è utile cercare una sosta posta più in basso rispetto alla prima che si incontra.
Essa è posta lungo il filo di cresta, invisibile da sopra. Per raggiungerla, occorre scendere per cenge esposte ma camminabili fino ad intercettare un “balcone” che permette di riguadagnare il filo di cresta muovendosi verso destra faccia a valle: si trova una sosta su spit con cordone giallo e maillon omologato (appena messi da noi, sostituendo la vecchia attrezzatura).
Con una doppia da 25 metri si arriva allla base del colletto.
Da qui slegati in vetta intercettando una delle due normali.
Abbiamo impiegato 3 ore e mezza per la via, una buona mezz’ora per la cima.

Discesa sulla normale che porta al Colle dell’Urina; attenzione agli ultimissimi metri prima dell’erba: molti detriti instabili a seguito recenti piccoli crolli, meglio muoversi uno alla volta per non scaricare sui soci a valle.

Via poco percorsa da noi italiani, forse per la relativa distanza da punti d’appoggio, ma che andrebbe riscoperta: la roccia è più che buona, si trova acqua in salita e discesa, si scala al sole e non c’è ressa. Sicuramente consigliata.

Grazie a Roby Boulard del Rif. Jervis per i consigli.

Con Steu e Elisa, di ritorno da grandi avventure e oggi in modalità relax-baby sitting con me e Aline.

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