Primo torrione salito aggirando la placca sulla dx. Poi discesa in doppia lungo il camino e quindi, recuperata la corda, completata la discesa in disarrampicata. Secondo torrione salito agilmente, solo un po’ più impegnativi gli ultimi metri. Breve cresta e nuova breve discesa fino alla base del terzo picco. Terzo torrione salito sul filo della cresta, quindi calata al colletto erboso. Da qui ho visto alcuni proseguire per la cresta fino a raggiungere il pianoro che si ricongiunge al sentiero alla base dei picchi. Io invece ho optato per scendere dal canale a sud calandomi in doppia. Attenzione qui: un paio di persone sono scese a piedi (senza corda né altra sicurezza) ma secondo me prendendosi enormi rischi: il canale è molto ripido, con salti di roccia che si alternano a tratti erbosi o sporchi di terriccio. In corda doppia le prime tre soste (golfari sulla prima e spit doppi sulla seconda e terza) sono abbastanza vicine: io avevo una corda da 80 metri, una volta doppiata ne avanzavano ancora molti metri. Dalla terza sosta le cose cambiano. Io da qui mi sono calato sulle corde dei ragazzi che mi precedevano, i quali avevano piazzato 2 lunghe corde collegate per una calata molto lunga. Non so dire con precisione quanti metri. Durante questa terza calata ho visto (ma non usato) altre due soste che però sono organizzate con spezzoni di corda su spuntoni di roccia. A prima vista molto precarie. Se avessi dovuto usarle, avrei sicuramente integrato con i miei cordini.
In questo canale ho effettivamente visto i resti di cavi metallici residui di una vecchia via attrezzata (ne parla la relazione): direi che vanno bene come punto di riferimento ma non certo per fare sicura.
Oggi c’era veramente traffico sulla cresta: nell’ultimo canale c’è voluto un sacco di tempo per scendere aspettando che il gruppo che mi precedeva completasse le calate…