Accesso all’alpe fattibile anche con auto normale, ma pian pianino. Il Costafiorita si raggiunge rapidamente, è possibile tagliare direttamente per pietraie e rododendri ben prima della palina che indica il bivio verso il paschiet. Dal sentiero dei camosci, passati i vari impluvi, non siamo andati a destra presso l’evidente ometto fatto con una lama di roccia ma proseguito lato Servin in lieve discesa e successiva breve risalita fino all’imbocco di un evidente canale parete, come da relazione collana Bluedizioni. La risalita è agevole ma ci sono molte pietre smosse e tratti di verglass per colate rigelate. L’impluvio a destra era ancora in ombra nelle ore centrali, quindi meglio rimanerne fuori. In questo lato non ci sono ometti ma il percorso è intuitivo e diretto aggirando tratti più inclinati ed usando a tratti le mani. Si sbuca verso sinistra a lato di un comodo sperone che conduce facilmente in cresta, di qui verso destra in vetta per tratti esposti e affilati. Proprio arrivando in cresta il meteo si è chiuso concedendo solo una visibilità di poche decine di metri, ottimi scorci invece lato Servin. La discesa, immediata causa nebbia, è stata rapida grazie ai numerosi ometti ora ben visibili a distanza regolare e che intercettano i punti deboli del versante. Si poggia per tracce verso il lato sinistro orografico, si scendono un paio di canalini esposti, quindi si attraversa l’impluvio notando un grosso ometto ben visibile a sinistra (occhio se non si vede bene, inizialmente l’ho mancato). Di qui in uno stretto canalino terroso parallelo al principale che porta con un ultimo umido saltino roccioso al sentiero dei camosci. Seguendo questo itinerario anche in salita, segnato dalla grossa scaglia di roccia, si va tranquilli anche con visibilità non perfetta. Il saltino iniziale non è troppo invitante ma è l’itinerario corretto. Casco consigliato, è difficile non smuovere nulla e sulla traversata lo stretto intaglio con ottima sorgente scarica parecchio. Con Puffetta e le sue ottime merende. Salut!