Percorso ottimamente segnalato fino in cima a Punta Dronero (ferrata facile e ben attrezzata, al massimo si può usare una fettuccia per assicurarsi sulla “famosa” scala degli alpini).
Dalla fine della ferrata la prosecuzione per la punta vera e propria è evidente lunga una cengia sotto al filo di cresta, ottimamente attrezzata a fix con moschettone. Breve doppia e quindi tiro chiave: muretto di IV con un tratto molto liscio ma attrezzato stile falesia (fix molto molto vicini). Dalla sosta non è banale arrivare alla base del secondo tirello di III (esposto e roccia instabile): forse il modo più veloce è traversare a sx (fix con moschettone) e quindi reperire una seconda sosta di calata che deposita all’intaglio con gradini da ferrata. Da lì in breve si passa il caminetto di III (occhio alle rocce smosse in uscita) e si raggiunge nuovamente il tagliente di cresta (roccia spesso delicata), che scavalcando una serie di gendarmi e torrionicini porta alla cima.
Discesa thriller con vento forte lungo la via normale (decisamente scomoda). Materiale consigliato: bastano una corda da 50m e 8 rinvii (attrezzatura da falesia lungo tutta la cresta).
In generale la gita non mi è affatto spiaciuta, la cima è molto panoramica e senza dubbio i posti meritano una visita; bisogna comunque considerare che la roccia è molto spesso rotta e malsicura e la discesa è discretamente infida.
Aggregato di straforo ad Anna e Marco dopo la sua imperdibile proposta di “andare a fare una cosa strana”.