Temperature ancora accettabili nonostante il periodo (velature e un po’ di brezza hanno aiutato). Discesa evidente dal pannello di legno, con una doppietta da 15m si arriva comodi al terrazzo dove parte la via (fix con anello). L1 dà subito una bella sveglia e poi prosegue con delle disarrampicate brutte, scomode e fastidiose: quella prima della sosta è davvero balorda, soprattutto per il secondo di cordata. L2 bella placca delicata con buon grip. L4 mi è parso l’unico tratto davvero un po’ unto, ma più che all’usura lo attribuirei al tetto soprastante. Dopo L6 le difficoltà si abbattono ma rimangono ancora passaggi interessanti ed esposti. Noi siamo usciti a L10 della relazione qui presente, ma abbiamo visto uscire gente a L8 e online si trova di tutto, direi che sono scelte personali, il bello viene prima (anche se la roccia da L9 in poi è molto bella e interessante essendo una paleo-frana).
Materiale utilizzato: corda da 60m (si potrebbe azzardare anche da 50 forse), 14 rinvii (se non si uniscono dei tiri ne bastano 12, direi almeno 2-3 allunghini). Le soste sono tutte da collegare, materiale in buono stato tranne i fix dei passi chiave che a forza di essere tirati ballano quasi tutti, ma chissà se con la salsedine si riescono ancora a chiudere.
Bella via, era dall’era pre-Covid che volevo venire a vederla. Sicuramente l’arrampicata è particolare, panorami assurdi per un muntagnin come me. Le difficoltà si concentrano in passi volendo azzerabili ma spesso scomodi per il secondo di cordata, quindi menzione d’onore alla mia super-Fra che alla prima via lunga si spara sto viaggio da 12 tiri.