Tutto gia’ ben relazionato dal socio per quanto concerne la parte tecnica. Il passo di IV- tenendo conto di tutti i fattori che determinano il grado di difficolta’ nel loro insieme di un passaggio su roccia, si puo’ ragionevolmente ritenere sia in realta’un bel V° senza ombra di dubbio. La via e’ breve di solida roccia, cio’ non significa la si debba intuire all’attimo stesso che la si sale. Il diedro centrale invita a seguirne la radice che muore sotto gli strapiombi. Non era da seguire..accortici dell’errore come Marco ha anche fatto notare, ci siamo calati con una breve doppia per riprendere il cammino su per la vena giusta, quella tutta alla sx, lungo la linea di chidi e spit (parecchi ormai senza piu’ la placchetta..), fino al passo un po’ in strapiombo con netta presa a lama (in questo caso il IV e’ corretto). Uscita esposta, adrenalinica, ma non difficile sull’altro versante ovest fessurato nel tratto finale a valle dell’anticima. Come dicevo, via breve ma intensa, dove ai diversi tratti in aderenza altri se ne alternano di pura forza, coadiuvata da una bella marcia di approccio alla base, che ha come riferimento il Col Blanchatre, di tre orette piene senza passare dal Col Longet, ma con percorso piu’ diretto a prendere la cresta facile che porta all’attacco distante parecchio dal Col Longet stesso.
In buona compagnia di Marco, giovane e forte esponente di quell’alpinismo classico ormai in via di estinzione..al contrario per noi invece piu’ attuale che mai..