Partiti per il refuge des Ecrins alle 14.30, circa 4 ore per la salita al rifugio. Giunti in prossimita’ del glacier Blanc conviene percorrerlo in quanto la traccia alta pare interrotta da varie frane, alcune molto recenti. La prima parte del ghiacciaio richiede comunque attenzione, vi sono crepacci dall’aria poco rassicurante lungo il percorso. Sveglia alle 2.45 e in un’oretta ci accodiamo alla suggestiva fila di luci che puntano al versante N della Barre. Un attimo di brivido quando sentiamo il tuono di un seracco che cade. Non si capisce dove perche’ e’ ancora buio, ma tutte le luci si fermano per qualche secondo, poi pian piano si riparte. La prima parte della salita e’ la piu’ ripida ma ben gradinata e con un ottimo rigelo. La traccia attraversa un paio di crepacci, stretti ma profondi nella parte iniziale, ed uno piu’ cospicuo ma ancora facilmente attraversabile nella zona alta. Condizioni ottima anche nell’ultimo traverso e nessun problema nell’attraversamento sotto la Breche Lory. In vetta alle 7.30, ancora tra i primi, con un venticello fresco ma non fastidioso. Giornata dal meteo spettacolare, forse la piu’ bella che io abbia mai incontrato su un 4000. Discesa senza storia, ma eterna, l’arrivo all’auto si fa sospirare.
Ambiente grandioso e ottime condizioni per questa meta a cui tenevo da tempo. 18mo quattromila, facile ma faticoso. Grazie a Franco per l’ottima compagnia in questo magnifico weekend