- Accesso stradale
- no problem
Condizioni ottime, anche grazie alla temperatura rigida della notte tra venerdì e sabato. Canalino ormai quasi privo di neve, ce n’è invece ancora molta dal pianoro sottostante il lago (notevole cascata) fino al lago e poi fino all’imbocco del canale (ramponi utili). In discesa, al termine del canalino o anche 40/50m prima è possibile traversare verso sx e risalire in lunga diagonale i pendii del Baus (vari ometti) con itinerario poi sia in cresta che poco sotto (in corrispondenza di una breve sezione di roccia biancastra è anche possibile scendere brevemente sul lato Rovina traversando per sfasciumi e riprendere la cresta poco prima dell’estetica grossa piramide di pietre che preannuncia la cima).
Molti camosci e stambecchi in giro, anche nei pressi del rifugio in cerca di cibo, alcuni poco timidi. Il lago – che appare più gelato rispetto alla foto dei primi di luglio dei Gulliveriani che mi hannno preceduto – pare risvegliarsi solo ora (con tenui incantevoli sfumature azzurro chiaro ed una piccola macchia blu scurissima) dal lunghissimo memorabile inverno di quest’anno. Panorama a 360° ovunque stupendo, compresa l’inconfondibile sagoma della Paglia Orba sullo sfondo del mare. A mio avviso la migliore prospettiva sulle cime della catena Argentera-Ghiliè è quella dal Baus. Lunghissima e selvaggia la cresta dell’Aiera-Savina-Carbonè-Vernasca. Venticello freschino anzicheno, temperature ideali. Un saluto ai due amici di Ceva incontrati sul percorso ed in cima.