La nebbia fortunanatamente stavolta non c’era, cosi e’ stato possibile fare tutto a regola d’arte. Rimediato alla grande, alla brutta esperienza in questo luogo dell’ottobre scorso, dove tutto ando’ storto. Una delle vie storiche piu’ belle e lunghe delle Alpi Biellesi, che offre un granito da urlo in posizione panoramica sulla pianura, non e’ piu’ tabu’. Il notevole impegno globale che richiede a tutti i livelli, funge di sicuro come ottimo deterrente a tenere lontano le masse. Un peccato in quanto la via per quanto notevole come sviluppo e difficolta’, e’ davvero di una bellezza ed esteticita’ unica.. In piu’ il fatto di trovarla ben chiodata a fix, e inserita sotto la voce “arrampicata”, quando invece e’ di puro alpinismo che si parla, non costituisce da sola, ancora motivo sufficiente affinche’ la salita venga cosi’ a questo punto presa in seria considerazione. Son sempre due le ore di marcia fino all’attacco, sempre una decina i chili sul groppone da trascinare lungo la via con passi di V e VI° per diverse lunghezze di corda ,e, una volta giunti a destinazione e’ d’obbligo la sostituzione dalle scarpette agli scarponi, e nel caso di neve dura considerare l’eventuale uso dei ramponi rimasti cmq nel sacco a far peso. La picca a prendere il posto della corda, che cmq bisogna averla sempre appresso se si vuol salire, ma che va poi cmq riportata giu’. E come pensare un avvicinamento cosi come una discesa se non con l’ausilio dei bastoncini, utilissimi in quei casi dove necessita preservare le ginocchia e alleviare la fatica durante le lunghe marce d’avvicinamento, ma di peso anche loro, che si aggiunge in parete assieme a tutto il resto. Ma dato che e’ di alpinismo che parliamo o si accettano le sue regole, rispettandole e applicandole poi alla lettera, o con molta meno spesa in termini di fatica e rischio, ma divertimento garantito, ecco la palestra venire comoda, se cio’ che conta (e basta), e’ solo mostrare i muscoli.
Con Franco G.