Questa montagna, in effetti, non ha forme particolarmente accattivanti, ma l’ambiente in cui si sviluppa la gita ed il percorso, vario e non banale, la rendono una meta veramente di prim’ordine. L’accesso al Rifugio è tanto facile quanto lungo, ovviamente in relazione al modesto dislivello da superare. Il Rifugio è in una posizione panoramicamente stupenda, è bello, pulito, gestito con efficienza, simpatia e gentilezza, cosa abbastanza rara da queste parti. Io,che sono da sempre piuttosto critico e schizzinoso nel mangiare, non ho trovato affatto male la cena, ovviamente considerando che si è in Svizzera! Ho mangiato molto peggio in certi altri Rifugi, non solo svizzeri. E gli amici hanno concordato con me. Come detto la salita non è corta e neppure banale. Oltretutto, in questo periodo, la discesa dalla Fuorcla da Boval verso la Vadret da Tschierva, seppure breve, si svolge su un sottilissimo strato di terriccio con sotto ghiaccio vivo. Ma il tratto più delicato è il pendio che porta sulla cresta Nord a monte dell’ultimo gendarme roccioso. Allo stato attuale è uno scivolo di ghiaccio nero, duro e spaccoso ed è attraversato da un reticolo di crepacci. In salita è stato delicato, ma è durante la discesa che abbiamo dovuto far ricorso a tutta la nostre, seppur modeste, capacità ed esperienza. Peccato non avere avuto tempo di aspettare che scendessero le altre cordate, avremmo imparato tante belle “paroline” in tedesco!
Comunque grande gita e grande soddisfazione. Con Fausto e Michele.