Monviso Diretta Ovest – Fantaski

Monviso Diretta Ovest – Fantaski
La gita
sborderzena
30/05/2013
Accesso stradale
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Gita in compagnia di Alain-Diego-Flowered e Robi-B.O.B.-Garnero.
Fantaski…non so se lo sia, ma sicuramente è una visione diventata concreta realtà: sciare una linea indipendente che conducesse in vetta nella parete Ovest del Monviso. Sarà banale,ma nel nostro immaginario, questa parete ci ha sempre suscitato emozioni dolci da cullare nelle pieghe della mente. Sognata nei sogni, sognata a occhi aperti. Parete fantasma, fantasma nei nostri voli di fantasia.
De Benedetti la scende nel lontano ’86 preludio all’Innominata al Bianco.
Per noi la Ovest e in generale il Monviso rappresentano l’essenza della ricerca, dell’attesa…del giorno giusto. Della nevicata che colma gli spazi…le rocce si innevano magicamente. Ora tutto sembra possibile.
La linea nasce da un mix di idee, ma è Diego che insiste per passare dalla “Quadrefages”. Io e Robi siamo meno possibilisti. Però un giorno con Alain alla punta Due Dita riusciamo a osservare bene tutto l’itinerario focalizzando al meglio il tratto chiave. Inutile dire quanti dubbi su quel passaggio: la neve terrà sopra le placconate di roccia? La pendenza sembra intensa (valutata sui 50° e più)non sarà semplice passare da lì in sci.
L’idea però oramai ha preso forma: una linea indipendente dalla mitica discesa di De Benedetti.
Un percorso che consentisse di arrivare in vetta senza togliere gli sci.
Il giorno arriva. Tutti e tre lavoriamo e allora possiamo solo un giorno. Sarebbe perfetto dormire al Vallanta, ma o così o niente. Così.
Io parto un’ora prima dei miei compagni di “avventura” loro hanno un passo decisamente più rapido del mio. Mi raggiungono a metà strada e insieme raggiungiamo il Vallanta. Il solito vento. Non ci sembra l’ideale salire con queste condizioni climatiche. Come nel giorno del Dado decidiamo di farci una pennichella: quel giorno fu l’ideale. Chissà se anche stavolta…
Un’oretta di sonno ci ridà quell’energia mentale per ripartire. Il vento è un pò calato. Raggiungiamo l’attacco e in breve siamo in parete. Neve perfetta. Un temporale ha depositato 10cm-20cm di neve già addensata. Raggiungiamo il traverso. Spettacolare con il Visolotto di fronte. Ora siamo nel nevaio inferiore. Saliamo uno alla volta per precauzione. La neve in certi punti ha fatto delle placche, ma nell’insieme ci sembra a posto. Ora siamo nel tratto chiave: è innevato, ma in qualche punto sotto un sottile strato di neve, vi è nascosto infido il ghiaccio. Procediamo districandosi tra le rocce affioranti, sino a incontrare un passaggio che ci obbliga a fare un passetto di arrampicata. L’esposizione è notevole, ma ora finalmente siamo nel nevaio superiore. Passiamo vicini al Perotti.Io e Robi siamo già stati qui. Puntiamo decisi al canale finale. Tutto innevato,meglio di quanto avessimo immaginato! Ora siamo sulla spalletta in comune con il Coolidge.
In vetta.
Siamo un pò increduli…peccato che ora la punta sia nelle nebbie. Un pò confusi mangiamo e beviamo qualcosa. La salita è stata dura e come al solito il “mutante” ha dato il suo notevole contributo nella traccia.
Partiamo dalla croce ed entriamo nel canale. Usiamo la corda sfruttando una sosta presente. La neve c’è però in qualche punto si tocca e allora prudenza. Sciamo il canale nelle nebbie. Non è faclissimo: pendenze e spazi risicati le difficoltà, amplificate dalla poca visibilità.
Usciamo dal canale e ci fermiamo un attimo. Visibilità al limite. Provo due curve ma si fa fatica a stare in equilibrio. Poi però la visibiltà migliora e allora cominciamo a curvare. Neve perfetta. Densa e poco profonda su fondo duro. Siamo in vista del Perotti. Un nevaio fatto per essere sciato. Ora ci tocca il passaggio dell'”inchino”. Per passare infatti bisogna abbassare il capo…
Siamo nella parte più delicata. Sarebbe da ramponi o da picca e derapata a denti stretti. Ma c’è B.O.B.! Prepara una sosta con due picche e allora tiriamo giù le corde e inizio a scendere. poi Alain e ultimo Robi. Lo osservo mentre con destrezza strappa via le due picche con un “magico” gesto. Gli faccio l’applauso. Tanta professionalità merita un elogio!
“Ora siamo nei premi” (cit.) e percorriamo il primo nevaio uno alla volta e ora siamo nel tarverso. Lasciamo correre e raggiunto il canale curviamo su neve dura, ma grippante. Ciliegina di una torta che stiamo ancora assaporando. In pò di equilibrismi e siamo fuori dalla parete.
Siamo vicini e ci stringiamo le mani a vicenda…
Confuso mi fermo un pò, mentre gli altri due lasciano correre gli sci. Io devo capire…
Al Vallanta mi riprendo un pò e ci riposiamo un attimo…
dolce sarà scendere a Castello
grazie Viso…
grazie De Benedetti per gli spunti…
du bon ski

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