Partiti dalla macchina a Pian della Regina alle 4.30. Tirato su dritto per dritto fino all’attacco su neve bella dura e portante. Arrivati all’attacco freddo polare che ci ha gelato anche il culo tra un pò, oltre l’acqua delle borracce. Però con sto freddo zero scariche su tutta la salita. Solo del fastidioso spindrift lungo la parte in ghiaccio. Couloir con ghiaccio non abbondante ma sufficiente, molto bello e a tratti impegantivo. Per L3 siamo andati a dx, ma a metà tiro c’è da fare uno spostamento a dx con ghiaccio scarso, molto impegnativo, fatto sosta poco dopo, appena sotto il muro verticale della colata principale centrale. L4 breve ma intenso. Ghiaccio vetroso e spesso spaccoso. Da li abbiamo risalito il grande nevaio portandoci a dx; poi con una serie infinita di traversi, nevai, alcuni passi in dry siamo arrivati alla corda molla congiungendoci alla classica della Nord (abbastanza secca). Da li fino in cima ci sono parecchi tratti da fare in dry con neve inconsistente, ma tutto fattibile. Solo le gambe non ce la fanno più… Discesa sulla sud su neve brutta modello “viennetta”. Dalla base della sud migliora…ma tanto a quel punto potrebbe esserci qualsiasi cosa tanto il pensiero fisso è “quando arriverò a casa”?
Salita magnifica, eternamente lunga e tecnicamente completa se fatta fino in cima. Come dice la guida “Cascate” di Ghibaudo, da non perdere. Però davvero non credevo fosse così lunga!! Se si hanno due gambe di acciaio come quelle del mio socio ce la si gode di più sicuramente. Io sono arrivato sfinito…ma ci sta, da tempo sognavo di salire in punta per questo itinerario.
Grazie a Fede super socio che come riabilitazione ha pensato di fare il NE fino in cima. Penso a quando sarà al 100% …un’ altro pianeta.