Salita facile e più lunga di quanto sembri fino al Passo del Fornalino, poi qualche innocua chiazza di neve sul traverso di accesso al canalino, trovato completamente secco; la corda arrugginita che si trova in loco desta poca sicurezza, meglio evitare di usarla. All’uscita ho calzato i ramponi e li ho tenuti praticamente fino al Laghetto dei Pianei dove finisce la neve. La cima del Fornalino non è l’elevazione appena a sinistra del canale (2549 m, ometto) ma quella successiva (2562 m, ometto), col pendio di accesso pulito sul lato sud. Sull’opposto versante neve sfondosa, fortunatamente le tracce presenti aiutano la progressione; dalla sella quotata 2520 m il percorso torna pulito fino alla cima del Montalto ma ho preferito rimanere ramponato vista l’esposizione della traccia ed i ripidi tratti di erba umida e scivolosa. Casco consigliato per il rischio di caduta pietre dall’alto smosse dai numerosi stambecchi zompettanti, fortunatamente oggi avvistati solo in lontananza. Cresta nord di discesa larga e ben innevata con un passaggio affilato più impegnativo per la forte ripidità ma comunque breve. Dal laghetto, come già anticipato, sentiero pulito fino a Cheggio.
Finalmente il Montalto! Cima più volte ammirata dal fondovalle ma rimasta in attesa di essere salita al momento opportuno e per un itinerario meritevole come questo interessantissimo anello (un ringraziamento a Daniele di yogalpinismo per lo spunto). Giornata serena con qualche velatura e nebbie sul fondovalle, aria invernale in vetta che mi costringe ad una sosta breve. Sosta invece più lunga al Laghetto dei Pianei, davvero suggestivo.
Gita in solitaria.