Mongioie (Monte) Parete NE – Canale dx, Comino-Garelli

Mongioie (Monte) Parete NE – Canale dx, Comino-Garelli
La gita
andrea-sassi
4 06/02/2011

Partiti alle ore 5.00 da Viozene trovando nel bosco macchie di neve e alcune lastre di ghiaccio.
Giornata stupenda e per nulla fredda.
Arriviamo al Bocchin d’Aseo tra alle 8.00, ritardati da un mio fastidioso mal di stomaco e nausea e poi successivi crampi alla gamba destra.
Poco dopo il colle decidiamo di calzare i ramponi e tenere una picozza dato che vi sono alcune lastre di ghiaccio molto scivolose.
Scendiamo nella valletta verso il conoide che porta al primo canale (quello della Biancardi) e ci dirigiamo facendo traccia, in neve che arriva al ginocchio e oltre, fino al conoide della Comino-Garelli.
La mia gamba destra è bella dura per i crampi ma dopo aver preso una pastiglia di sali minerali e fatta un po’ di colazione mi sento in grado di scalare.
Verso le 9.45 si parte, io da primo ma mi rendo conto che sono già affaticato oltre il dovuto a metà del conoide e così Andrea, il mio grande compagno di scalata da sempre (dalla Valle d’Aosta fino alle falesie liguri) si sobbarca tutto il lavoro.
Dalla svolta a sinistra iniziano il divertimento e le difficoltà.
C’è da fare traccia, arrampicare su neve/ghiaccio che cambia ogni 2m… si passa da neve che non tiene a passaggi sui 60° di neve compattissima dove le due picche e i ramponi si infilano di pochi cm.
Solo dopo questo tratto decidiamo di legarci e riusciamo a proteggere con un chiodo da ghiaccio il traverso che volge verso sinistra.
Continuiamo a tirare dritto per dritto non riuscendo a trovare quel pianoro di cui si parla nelle relazioni.
La neve aumenta, specialmente sul crestino tra due canali, uno a destra e uno a sinistra che forse avremmo dovuto prendere almeno 50 m di dislivello prima (solo dall’alto ci rendiamo conto di uno spiazzo più in basso e relativo imbocco al canale).
Il crestino si presenta con qualche roccia affiorante e neve che arriva fino alle spalle (!!), si presenta con una crosta dura di qualche cm e poi neve che non tiene nulla. Qua il mio socio deve fare lo spazzaneve e procedere veramente con un passo lento per creare un varco tra la neve.
Le rocce,appena affioranti, sono friabili e friends e nut non tengono, l’unica è continuare a fare soste su picozze usate come fittoni…di sicuro molto aleatorie e poi se si guardano i quasi 300m che ci sono fino alla base del conoide…uhhh!!
Alla fine del crestino Andrea riesce a vedere che è possibile raggiungere il canale finale che porta alla cornice sommitale, formata ma non troppo sporgente come altre viste sulla sinistra.
Sul canale d’uscita (45°) la neve arriva al ginocchio e permette una progressione meno faticosa.
Bucata la cornice dopo quasi 4,30 ore di scalata siamo al sole che scalda gli arti rattrappiti e ci da la soddisfazione di aver compiuto una gran salita in ambiente severo e selvaggio.
Ancora legati raggiungiamo attraverso la cresta prima la statua della Madonna e poi la croce di vetta. La vista toglie il fiato: si vedono la Corsica e l’arcipelago toscano da una parte e la pianura piemontese con sullo sfondo Monte Rosa e Cervino dall’altra.
Le difficoltà tecniche nelle relazioni la danno su AD, ma sinceramente oggi le condizioni non erano favorevoli e la parete era decisamente in veste invernale (solitamente il canale viene fatto in primavera) quindi mi verrebbe da dire che il grado può aumentare. Non saprei dire se un D- o un AD+ o cos’altro e credo che serva a poco disquisire su gradazioni alpinistiche che sono da legare strettamente al contesto ambientale che la cordata trova in parete. Inoltre è stata la prima volta per entrambi,quindi ci siamo mossi su terreni sconosciuti.
La salita è stata molto soddisfacente e l’esplorazione di questa parete ci ha consentito di scoprire nuovi canali mai percorsi che in futuro sarà interessante provare a scalare.

Al mio compagno di corda un grazie

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