Come spesso si è detto su gulliver, occorre dare le stelline per l’oggettività dell’arrampicata e non per il contesto ambientale. Ma calcolando anche che il giudizio sull’oggettività e del tutto “soggettivo”, le mie due stelle partono dalla considerazione che, su 10 tiri, di veramente “arrampicabili” ce ne sono solo 3 e mezzo: il primo max 5a, la variante del terzo un bel passo iniziale di 5b poi ribaltamento su blocchi incastrati da proteggere, la bella placca del nono, a mio avviso 4c, ed il primo passaggio del decimo. Il resto è un camminare tra blocchi, pietraia con difficoltà tra il II° e il 3a. Questo dovendo dare un giudizio obiettivo “asettico”. Nel complesso però la via è carina e piacevole, e va affontata con spirito non tanto da arrampicatori ma da osservatori del bell’ambiente selvaggio circostante. Inoltre, si presta benissimo sui primi 8 tiri, ad essere percorsa usando solo le protezioni veloci, ed è dunque un ottimo terreno d’iniziazione. Delle volte ci si sente un pò sulla via dell’Ometto alla Mondrone. Data la posizione di alcune soste e la facilità del terreno è meglio talvolta procedere di conserva, per evitare recuperi difficili ed essere nel contempo un pò veloci.Concordo sugli spit un pò strani, ma dato il gran lavoro degli apritori, veramente encomiabile, ci sta benissimo. Come già segnalato da altri, le doppie sono un pò una forzatura, ed oltre al pericolo dell’incastro ci si può anche tirare addosso qualcosa. Il canale sulla destra orografica dello sperone, consente una discesa rapida ma richiede attenzione. Da sconsigliare assolutamente in caso di temporale o rovesci abbondanti. Si scende nella conoide di un movimento di versante abbastanza recente, dunque secondo me è da evitare dopo periodi di piogge intense o forti escursioni termiche ad inizio primavera. Il tempo dichiarato nella relazione è francamente un pò esagerato. Non siamo dei “runner” ma partendo alle 9,30 da Camusot siamo ritornati alla macchina alle 13,30. Con otaner.