Monch Via Normale dallo Jungfraujoch

Dopo le ultime nevicate e la recente tracciatura abbiamo incontrato condizioni perfette. L’itinerario è quasi tutto su neve ben assestata e le parti di roccia in cui bisogna arrampicare si riducono a pochi metri prima dello scivolo finale (passi di II^). Qualche tratto nella parte bassa di misto facile. Nelle parti ripide del pendio emergono alcuni fittoni che consentono una progressione in conserva protetta. Accesso alla normale deviando a sx dopo circa un km di pista battuta dal gatto, la pista che porta al rifugio. Poche cordate sulla via e ben distribuite, tutte veloci e preparate, tranne 2 fratelli spagnoli visibilmente in crisi che ci hanno rallentati durante la discesa. Per il resto devo dire che è stata una delle salite ai 4k tra le più fluide, più scorrevoli e più gratificanti tra tutte quelle che ho fatto. Anche la traccia sulla cresta finale, che in certe condizioni potrebbe assomigliare ad un Liskamm o una Rochefort, oggi era ampia e comodamente appoggiata al lato sud della cornice, tipo Castore per intenderci. Giornata limpidissima come da attese, con vento in vetta e nella parte bassa della discesa. Costi elevati rispetto a quelli cui siamo abituati ma che per una volta si sopportano bene: i rilievi che si osservano durante questa gita sono di una ferocia inaudita e la loro vista ripaga qualsiasi sforzo. Quello che ti sfianca è il viaggio: davvero lungo, con molti tratti rallentati da lavori in corso. Questa volta abbiamo provato il giro da Chiasso: molti km in più ma pochi centri abitati e quasi tutta autostrada. Saliti il giorno prima e pernottato vicino alla stazione. Nessuna tappa alla frontiera, deserta al ritorno all’ora della gloriosa finale Italia – Inghilterra (4-3).