Partendo tardi abbiamo approfittato della funivia fino al rif. Savoia (solo andata 7€, col senno di poi avremmo perso l’ultima discesa delle 17’30 quindi abbiamo fatto bene a non pagare anche il ritorno). Sentiero fino al colle di attacco sempre ottimamente segnato e impossibile da perdere (basta seguire sempre per il Coda). Ovviamente quando abbiamo attaccato la cresta sono arrivate le prime nuvole dal lato biellese, bel tempo comunque in VdA. Sarà che sono abituato agli sfasciumi delle Cozie ma la cresta l’ho trovata davvero bella, non un sasso che muovesse e roccia ottima (deformazione professionale: la cresta è costituita da un’alternanza di micascisti, gneiss e meta-graniti, non serpentino come si legge in una relazione precedente…). Attrezzatura recente (anche se qualche vecchio chiodo, che fa ambiente, fa ancora capolino) e più che abbondante, sufficienti corda da 30m e 4-5 rinvii. La corda che semplifica la discesa dal camino di III pare attualmente solida ma è un po’ sottile. I passaggi verticali sono brevi e divertenti mentre i tratti orizzontali sono comunque resi interessanti dalla continua esposizione. Dado affrontato dallo spigolo di dx e direi che il III+/IV- che si legge in alcune relazioni potrebbe essere giustificato nel passaggino di decisione per andare a prendere il filo. Dal Dado alle corde fisse del sentiero è ancora lunghetta e anche una volta lì la cima è ancora lontana (per noi 3h da colle a cima con 2h solo per la cresta).
Discesa dalla normale Biellese lunga ma panoramica con breve risalita al passo del Rosso (posto splendido) e ritorno lungo la Busancano ormai tra le luci della sera.
Con Lucia, alla sua terza uscita alpinistica. Visto gente solo nella zona del Coda e del Mucrone.