Marmolada, Punta Penia dal Lago Fedaia per la Forcella 3294 m e la Cresta Est

Marmolada, Punta Penia dal Lago Fedaia per la Forcella 3294 m e la Cresta Est
La gita
andreamilano
3 05/03/2019
Osservazioni
Nessuno
Neve (parte superiore gita)
Polverosa
Neve (parte inferiore gita)
Farinosa compatta
Equipaggiamento
Scialpinistica
Traccia GPX

Non sono mai stato sulla Marmolada. Quindi oggi parto a caso decidendo sul da farsi strada facendo.

La piccola nevicata di ieri ha imbiancato leggermente da un dito a pochi cm, ammorbidendo un pò tutto. Dalla stazione a monte della bidonvia non vi è traccia. Così mi dirigo verso la Punta Penia facendo una mia traccia personale. Purtroppo non vedo segni di passi lungo il ripido canalone per il plateau sommitale. Ne individuo i cavi della ferrata. Vedo però delle vaghe tracce di passi verso la forcella poco sotto, e a est della vetta. Arrivato sotto le rocce che chiudono il catino nevoso, trovo con orrore un foro sopra quella che dovrebbe essere la terminale completamente nascosta dalla neve.

Quindi lascio gli sci qualche metro sotto per essere sicuro di essere sul labbro inferiore. E salgo con picca e ramponi verso le tracce di passi lavorate dal vento, e arrivo senza problemi alla forcella 3294m. Panorama superlativo sulle montagne a sud ed il precipizio sopra la Valle Ombretta. Da qua è già visibile un pezzo di croce di vetta. Ma la cresta con scarponi e ramponi non è semplicissima. Soprattutto se dovessi rifarla in discesa.

Quindi mi va bene così e torno indietro. Intanto due arrivano e si apprestano a tracciare la normale. Non ho voglia di seguirli, sarà per un’altra volta; adesso però ho capito dovè.

Discesa lungo i primi 300 metri su ottima polvere secca su fondo durissimo. Più giù ovviamente la neve fresca lascia il posto a zone di neve compatta. Seguo (erroneamente, ma qui non ci sono mai stato) delle tracce di sci che tagliano verso ovest, lungo bei pendii fin sotto alla mole del Vernel. Scendendo la neve peggiora decisamente ed incominciano a venirmi i dubbi sul fatto di riuscire a tornare alla diga lungo il “canyon” che non ho trovato.
Amen, seguo le tracce che da qualche parte pur andranno. Alla fine tutto converge in un sentiero, scavato un pò a toboga che con strette svolte scende ripido verso il fondovalle. Attenzione a farsi prendere la mano perchè si passa sopra dei precipizi. Il sentiero finisce nel letto del torrente Avisio e da qui devo spingere parecchio fino ad arrivare alla strada del fondovalle. Da qui poi fino ad Alba a piedi e sci in spalla per altri 4 km su asfalto.

Comunque bellissima gita e bellissima avventura frutto di due errori di valutazione.

La Guida dei Monti d’Italia indica questa via di salita, menzionando il futuro (per l’epoca) progetto di posizionare dei cavi per la salita. Cavi che poi ho incontrato ma sepolti. Probabilmente con l’abbassamento del ghiacciaio, questo itinerario è diventato impraticabile in estate.

Ho poi scoperto che il sentiero fatto si chiama “via dei Russi”. In quanto costruito durante la prima guerra dai prigionieri russi degli austroungarici.

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