La gita in questione e’ stata tratta dalla collana di gite scialpinistiche “Dal Col di Nava al Monviso” edito dal CDA, e rivisitata in chiave alpinistica. Frequentata pochissimo per non dire niente del tutto, causa il notevole impegno che richiede a tutti i livelli e di dislivello come di lunghezza in particolare, con annesse sgradevoli risalite che nessuno al giorno d’oggi ha piu’ voglia di fare. Al contrario noi a dimostrazione del fatto che la pensiamo esattamente al contrario, alla Margiola traguardo gia’ di per se’ notevole per i piu’, vi abbiamo fatto stare anche la salita al Giegn. Ardita e severa montagna che si stacca dalla costola sud-est della Testa Margiola a formare questo poderoso complesso roccioso a cui e’ stato dato il nome di Giegn, un nome Celtico che in altre parole sta per “gen” = mascella o sporgenza. Alla lunga ed articolata nonche’ affilata cresta (toccata solo per brevi tratti), abbiamo preferito la piu’ facile seppur non banale cengia che con percorso a saliscendi ci ha portati in vetta dalla Margiola attraverso la Breche du Giegn nel tempo di un’ora esatta. Ambiente naturale di rara bellezza , laghi, profili di creste turrite a creare paesaggi da favola al di sotto di un cielo ovattato. Questo viaggio per valloni colli creste e vette, e’ durato un tempo di 10 ore soste comprese (esclusa la pausa di un ora in vetta al Giegn ). Ultimo giorno utile questo, per strappare ancora un successo su queste nostre montagne prima dell’arrivo dell’ondata di maltempo prevista gia’ a partire da domani. Con gli inesauribili e instancabili camminatori, noche discreti arrampicatori Paolino e Rodo.