Marchisa (Rocca la) da Sant’Anna

Marchisa (Rocca la) da Sant’Anna
La gita
gondolin
3 24/04/2021
Accesso stradale
In auto oltre il rifugio Melezè, sino al parcheggio da dove parte anche il sentiero per il Faraut
Osservazioni
Visto valanghe a pera esistenti
Neve (parte superiore gita)
Polverosa
Neve (parte inferiore gita)
Primaverile/trasformata
Quota neve m
1800
Equipaggiamento
Scialpinistica

Si parte con gli sci a spalla, in quanto la neve non è continua nella prima parte della strada, ma dopo tre o quattro tornanti si riesce già a mettere gli sci ai piedi, anche se la neve in basso è poca. Il manto nevoso aumenta decisamente di consistenza intorno a quota 2.050/2.100 m., a partire da questa quota è evidente l’effetto delle ultime precipitazioni nevose. L’idea iniziale era andare al Monte Sebolet, ma una volta raggiunto il Piano di Traversagn Andrea l’Occitano nota subito che il canalone che porta al Sebolet è già completamente “arato” dalle discese dei giorni scorsi, perciò decidiamo di andare alla Rocca La Marchisa, che sembra essere stata meno battuta. Durante la salita, seguendo la traccia già presente, percorriamo pendii in cui la neve è crosta non portante, soprattutto nei punti in cui l’esposizione al sole è maggiore. Una volta superato il Colle della Marchisa (Colle Est) percorriamo la cresta est sui pendii esposti a sud su neve già completamente trasformata, nonostante la quota ormai elevata. Una volta guadagnata la cima Ovest, ci godiamo lo splendido panorama, cambiamo assetto e ci accingiamo alla discesa, puntando a prendere uno dei due canali che dalla spalla est solcano il versante nord della Rocca, dove confidiamo di trovare ancora neve invernale.
Ci affacciamo così sul primo canale, ancora intonso, che si imbocca intorno a quota 3.000 m.: dobbiamo scendere a scaletta per qualche metro, perchè sotto la neve recentemente caduta le pietre sono copiose e rendono l’ingresso insciabile, poi ci godiamo quasi 200 di dislivello in splendida neve polverosa, inaspettata e quanto mai apprezzata! Sul primo pianoro troviamo neve portante, a patto di sciare con leggerezza, e successivamente per altri 150 m. di dislivello crosta non portante comunque piacevole da sciare con curve strette sulla massima pendenza. Dopo questo tratto ci tocca un breve tratto di crosta non portante alquanto brutta, per poi arrivare finalmente sulla neve portante in corso di trasformazione: percorriamo questi pendii molto dolci sino a riguadagnare velocemente il Piano di Traversagn. Da qui fino a quota 2.100 circa facciamo ancora qualche bella curva su neve trasformata, peccato che la pendenza sia quasi inesistente. Poi sciata molto accorta su neve scarsissima ormai lenta e bagnata, per cercare di preservare le solette degli sci fino a dove si tolgono gli assi per percorrere l’ultimo breve tratto a piedi sino al parcheggio.

Oggi sciata molto superiore alle aspettative maturate durante la salita in compagnia dei Confratelli Andrea il Valdostrano ed Andrea l’Occitano. Peccato che la parte inferiore della gita, grosso modo da dove cominciamo i tornanti della strada, sia uno slalom tra le pietre su neve molto scarsa. Dopo la gita disperavamo di trovare qualcosa da mangiare, ed invece al minimarket di Casteldefino abbiamo trovato ottimo cibo da asporto, che consiglio vivamente

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