Loranco (Pizzo di) o Mittelrùk Cresta E o del Lago Maggiore

Loranco (Pizzo di) o Mittelrùk Cresta E o del Lago Maggiore
La gita
inge
5 11/09/2022

Questo itinerario ha almeno tre livelli di approccio: il primo va dalla diga di Cheggio al rifugio Andolla; già di per sé è molto bello e per questo bramato da eserciti di escursionisti che popolano la valle gustandosi la poesia che questi luoghi magici sanno inspirare. Il secondo livello parte dal rifugio e prosegue fino al bivacco Varese; qui incrociare qualcuno è cosa rara, solo un ristretto numero di intenditori saranno in grado di apprezzare il silenzio e l’asperità del luogo che rimane fascinoso pur avendo poco da offrire; non una pianta, pietraie infinite, zero panorama e nevai così mal messi da far venire il magone solo a guardarli pensando al global warming. Il terzo ed ultimo livello, ed eccomi qui con Flavio e Luca, parte appunto dal bivacco e si sviluppa verso l’alto, sul Loranco. Solo dopo diverse ore di scalata, sbucando dalla gigantesca conca in cui la valle Antrona si sviluppa, si può capire come mai questa cresta è stata appunto battezzata “Cresta del Lago Maggiore”; lontanissimo ed evidentissimo è possibile vedere il nostro amato lago da un punto di vista unico, inedito e meraviglioso. Scopriremo poi da alpini “veci” locals che solo noi “della bassa” ci riferiamo all’itinerario chiamandolo “Cresta del Lago Maggiore”, ai padroni di casa basta dire “Cresta del Lago” per intendersi, quale lago sia è ovvio; anche se da qui al Maggiore la distanza è a dir poco siderale visto che siamo praticamente sulla linea di confine. E questa cresta ha un itinerario che rimane avvolto nel mistero seppur, diamine, si tratti appunto di una cresta evidentissima sin dal rifugio; ogni tentativo di relazionarla ne risulterebbe maldestro e approssimativo; tra crolli, ambigue tracce di passaggi, illusioni di soste chiodate, raccolte di racconti che si perdono in passaggi alpinistici leggendari di chi ha percorso la cresta 20 anni fa e già non si trovava con chi questa cresta l’ha percorsa 30 anni fa, 40 anni fa, 50 anni fa. Perché qui, raccontano sempre gli alpini veci locals di cui ormai siamo amiconi, tutti gli ossolani D.O.C.G. han fatto questa cresta ma ognuno la racconta in modo diverso perché sembra cambi forma ogni volta che qualcuno la percorre e a nulla servirebbero mitragliate di fotografie per scalfirne il mistero, ogni immagine resterebbe rubata e non andrebbe certo a sminuirne il fascino misterioso ed ammaliante.

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