- Accesso stradale
- parcheggio a pagamento 9 euro a Malga Bedole
Salito e sceso dal sentiero del Matarot. Prima parte su sterrata, poi la parte bassa della valle del Matarot (dopo la malga) risulta un po’ fastidiosa perchè il sentiero è un continuo saltello tra le pietre fino all’attacco della parte attrezzata. Si tratta di un percorso molto piacevole ed in salita non è indispensabile assicurarsi, si sale sempre tra balze e placche appoggiate senza particolare esposizione (in discesa invece ho ritenuto saggio indossare l’imbrago ed assicurarmi nei tratti più verticali). La ferratina è comunque discontinua a si contano 28 tratti di cavo (ci sono le targhette).
Dopo si continua su placconate molto gradevoli fino al colletto dove poco sotto c’è un bel lago glaciale, mentre il ghiacciaio ormai è molto arretrato. Da qui al Rifugio Caduti dell’Adamello sarà un’alternanza di breve tratti di sentiero nei detriti, ad altre placconate ed infine una pietraia di medie dimensioni.
Per salire in cima il percorso è breve ma un po’ articolato per salire i massi accatastati (generalmente stabili) con continui passi di I tra i blocchi. Per seguire il percorso migliore bisogna individuare gli ometti ed i segnavia abbastanza sbiaditi.
Discesa come detto dalla via di salita, tutto sommato gradevole e non lunga come mi sarei aspettato. Al ritorno le cascate del Matarot hanno una portata d’acqua impressionante a causa della fusione del ghiaccio, davvero spettacolari.
Il tratto ferrato in discesa non ha particolari difficoltà ma va affrontato con cautela se si è stanchi.
Ambiente grandioso e inquietante allo stesso tempo con la situazione drastica dei ghiacciai dell’Adamello. Incontrato un buon numero di persone nonostante non sia un percorso per tutti, sicuramente più godibile dormendo al rifugio. Molti hanno traversato verso il Mandrone.