Sono un “alpinista medio” dei vecchi tempi, e ho sempre pensato che i ciuffi d’erba, l’appiglio che resta in mano, i licheni, un po’ di guano e, perché no, anche del buon vetrato qua e là facciano parte delle regole del gioco.
Ho ripetuto “Porto Alegre” il 9/4/07 con il bravo marcoclimb, che nel commentare la gita si è espresso in un modo che sembra critico, cosa che certamente non voleva.
La via ci è sembrata bellissima, ben caratterizzata dal gran diedro iniziale, da alcuni spostamenti dettati dalla logica e dai muri splendidi del quinto e dell’ottavo tiro; salirla è stata davvero una bella soddisfazione, e l’impegno è stato ricambiato da qualcosa di molto simile alla gioia.
Per quanto riguarda la chiodatura (io ho fatto i tiri dispari), posso solo dire che ogni volta che desideravo una protezione lo spit c’era, e messo bene.
I gradi sono onesti; mi è sembrato decisamente più ostico del previsto il sesto tiro, ma è un’impressione del tutto soggettiva.
La via è consigliabilissima, merita veramente di diventare una classica e, con un po’ di frequentazione, può solo migliorare.
Un vivo ringraziamento al caro, inossidabile e infaticabile “prufessur” Renato, che saluto e spero d’incontrare presto.
Carlo Pellegrini