Lavaredo (Cima Ovest di) – Via Cassin

Una delle grandi classiche dolomitiche assolutamente da non mancare. In rete trovate diverse relazioni, più o meno attendibili, ma comunque, tranne che nella parte finale, ci si orienta bene. Molte relazioni riportano commenti terroristici sul traverso, e sull’affidabilità delle protezioni: direi che la via non si discosta molto da altre grandi classiche dolomitiche. Prima parte va via bene e veloce. Seconda parte, iniziano i traversi. Il traverso di 50 m non è poi così difficile perchè si hanno prese grandi in mano e i piedi sono sempre buoni: problematico è il primo pezzo del traverso (il famoso tratto dove Cassin impiegò 4 ore per chiodare). Qui c’è un chiodo rotto e non sostituibile. I chiodi sono brutti ma c’è uno spit poco prima. Con una staffa e una tacca per le mani si arriva a brancare dei cordoni penzolanti sopra, poi si va via bene. La colata nera aveva due metri bagnati ma siamo passati bene. Altri tratti bagnati nel diedro giallo che bisogna seguire fino alla fine (oltrepassando una sosta non collegata con tre chiodi) e poi traversare a dx fino a trovare due vecchi spit. Sulla via si trovano qualche spit di sosta, più o meno nuovo: stante la frequentazione e l’esposizione delle soste a spit a mio avviso non ci starebbero male. Onori a Cassin che qui passò nel 1935, facendo la sua più grande realizzazione su roccia.