In premessa mi sento in dovere di fare due ringraziamenti: innanzitutto a Fausto, che in questi due giorni ha dovuto anche “fronteggiare” le mie non perfette condizioni fisiche, poi alla Signorina Cristina dell’Ufficio Guide di Macugnaga ed alla Guida Signor Tagliaferri per la cortesia e la disponibilità con le quali hanno risposto a tutte le mie, piuttosto insistenti, domande. Ma veniamo alla gita, iniziando dal Rifugio. A parte il fatto che l’accesso al rifugio è tra i più faticosi che io abbia percorso, il problema vero è che lo stesso è in condizioni letteralmente disatrose! Sarà che non è custodito, però non è plausibile che le coperte siano tutte rosicchiate dai topi, che materassi e cuscini siano impregnati tanto di umidità da impedirti di dormire, che nessun rubinetto mandi acqua (neppure nei servizi igienici), che ci sia un cartello che chiede di “usare la legna con parsimonia” se poi non ne esiste scorta, se ci sono i pannelli solari ma non sono funzionanti ed infine, tra i topi che scorazzano liberamente, si abbia il coraggio di chiedere 12,5 € per il pernottamento (che tra l’altro, con un piccolo sconto, noi abbiamo versato). Un consiglio: se decidete di andarci o vi portate il sacco a pelo, oppure vi fate vaccinare per la leptospirosi, il colera, il cimurro o quello che preferite.
La Cima di Jazzi: bella montagna, gran bella gita, gran bel percorso, gran bell’ambiente e grandioso panorama (motivo delle 5 stelline a dispetto di quanto detto prima!). Noi abbiamo incontrato condizioni perfette: nevaio dopo il rifugio ben innevato e rigelato, tratto roccioso del Passo Jacchini asciutto, parte nevosa dal Passo alla Cima senza crepacci e su neve perfetta. Il Passo Jacchini è forse più impressionante da vedere che da salire, essendo ben attrezzato anche se abbastanza esposto. In conclusione, se non fosse per il rifugio, una gita da non perdere assolutamente! Come già detto, in compagnia di Fausto.