
Dettagli
- Altitudine (m)
- 1500
- Dislivello avvicinamento (m)
- 300
- Sviluppo arrampicata (m)
- 180
- Esposizione
- Nord-Ovest
- Grado massimo
- 7b
- Difficoltà obbligatoria
- 5c
- Difficoltà artificiale (se pertinente)
- a2
Località di partenza Punti d'appoggio
La via originale attaccava una decina di metri a sinistra su una cengia esposta e per diedri sovente bagnati. Meglio seguire la variante descritta al primo tiro
Raggiungere il primo spit della via Re Quercia… (se non lo si vuole utilizzare proteggersi in una buona fessura), traversare a sinistra per dei buoni gradini verso un diedro (chiodo). Salire a sinistra per bella roccia fino un diedro chiuso da un tetto a 7, superarlo ed uscire su una buona cengia, S1 (25m), 5c+. Traversare pochi metri a sinistra e salire una placca con fessurini (un chiodo ad angolo che ora protegge il runout di un tempo, un po’ pericoloso), poi proseguire per splendidi fessurini (nut e friend) sino ad uscire su una buona cengia in corrispondenza di un caratteristico blocco squadrato, S2 in comune con Re Quercia (30m), 6a. Traversare a sinistra su cengia verso un diedro dall’apparenza erbosa. Invece l’arrampicata è facile e piacevole ma verso la fine spaccare a destra raggiungendo una clessidra (cordone) tra due massi e poi la sosta, S3 (30m), 5b. Salire nel diedro sopra la sosta, girare lo spigolo a destra e raggiungere un ottimo chiodo in una lama. A destra con passi obbligatori (allungare le protezioni) verso dei diedri con tettino. Li si supera e si raggiunge la sosta sotto un grande blocco, S4 (35m) 6a+. Salire sul blocco ed affrontare la fessura che comincia decisamente a strapiombare, prima ad incastro di mano e poi di dita. Si raggiunge un bonghetto e poi con movimenti molto atletici si esce in sosta, S5 scomoda (15m), 7a oppure V+/A1. Continuare ormai in pieno strapiombo su una fessura ad incastro di dita (chiodo) poi nella splendida fessura incassata seguente fortemente strapiombante, uscendo su un gradino in piena esposizione, S6 (15m), 7b o A1. Friend 0,3/0,75 da raddoppiare. Proseguire per difficili diedri ciechi (chiodi del 1984 all’uscita) sino alla sosta di calata, S7 (20m), 6b+ o A1/VI.
- Storico:
- Primi salitori: Aperta da Daniele Caneparo e Maurizio Oviglia il 10 giugno 1984.
Prima libera Maurizio Oviglia accompagnato da Eugenio Pinotti e Fabio Erriu il 23/7/2017
La relazione originale si trova sulla guida Sogno di Sea di Giancarlo Grassi.
Foto e racconto della prima libera sul sito planetmountain.com
- Bibliografia:
- Sogno di Sea, Gian Carlo Grassi
14/09/2019
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