Partiti dal Biv. Gratton. Non avevamo trovato informazioni su come salire in cresta (Biv. Balzola) dopo la frana, per cui siamo andati a caso nella sabbia e sui blocchi con rotelle a destra della frana. Guardando a destra, dove la roccia è rossa, abbiamo trovato un ometto. Da lì una serie di ometti indicano un percorso a zig-zag fino alla cresta.
L’arrampicata in cresta offre bellissimi passaggi su roccia per lo più ottima (restando nei pressi del filo). Solo all’altezza della frana ho aggirato una placca ripida non proteggibile passando sul lato franato, sabbioso, per un paio di metri.
A differenza della relazione, dopo il tratto iniziale prevalentemente di II e III e la prima doppia, abbiamo superato due grossi gendarmi con difficoltà direi di IV+ (2 chiodi sul primo, 1 chiodo sul secondo, cordoni di sosta). Non abbiamo provato ad aggirarli perché non era per niente evidente. Abbiamo evitato a sud solo gli ultimi denti di cresta che sono di roccia cattiva. La difficoltà di questa via la trovo sullo stesso livello della Rothorngrat allo Zinalrothorn per fare un esempio nella mia esperienza.
Ghiacciaio ok, innevato ma il ghiaccio affiora in più punti, in discesa passati in riva destra per evitare una zona crepacciata.
Normale ok, non tanto difficile da trovare, ovviamente pericolosa se sopra passano i cinghiali!