Per evitare una sfacchinata abbiamo dormito in tenda a le saut (possibile dalle 19 alle 7). Il sentiero parte proprio davanti al parcheggio, in corrispondenza di tre massi per terra, e prosegue non segnalato ma evidente. In corrispondenza del primo nevaio-cornice si può salire o a dx su roccette o a sx in un canale di sfasciumi. Per il resto si attraversano pochi nevai e con scarsa pendenza ben tracciati. In cima vento gelido e temperatura bassa (terreno gelato) che ricorda che si è comunque a più di 3700 metri nonostante ci salga gente in pantaloncini corti e timberland da passeggio a piedi. In discesa alla fine della spalla abbiamo seguito la traccia sul ghiacciaio (molto ben coperto e con un solo crepaccio, comunque chiuso, visibile oltre alla terminale) che abbiamo seguito fin quasi al passaggino di I. A mio avviso se non si ha intenzione di salire lungo il ghiacciaio ma di seguire il sentiero non sono necessari picca e ramponi e la salita non propone difficoltà, altrimenti se si sale il più ripido pendio finale conviene averli dietro. Peccato per la nebbia in basso e le nuvole in cima che coprivano tutto sopra i 3800: comunque la salita per quanto semplice merita il lungo viaggio.
Con Maurizio e il nostro cane Wild.