Grand (Punta) e Piccolo o Cit Pontalonet da Fondo

Grand (Punta) e Piccolo o Cit Pontalonet da Fondo
La gita
erba-olina
5 26/08/2018
Accesso stradale
Ok

Il GTA fino all’Alpe Oche inf. è in ottime condizioni (erba falciata di recente, probabilmente dai margari dell’Alpe Ghiun). Dall’alpeggio una indicazione su masso segnala di scendere a destra per continuare verso il Monte Marzo, qui sentiero a tratti non evidente, ma molte tacche b/r e ometti oltre a tracce di passaggio indicano perfettamente il percorso. Il rudere presso cui abbandonare l’itinerario per il Marzo si trova proprio a lato del sentiero (q. 2414 da GPS) e da lì si prosegue a vista in direzione NE (sconsigliabile in caso di nebbia per l’assenza completa di ometti e segni), essendo le due punte e il colle degli Orti già ben individuabili sin dal basso. La pietraia dopo il rudere è a grandi massi stabili, facile da attraversare, poi si trovano zone del pendio erose dall’acqua o da piccoli smottamenti che agevolano la salita. Sono entrata nel canale a q. 2500 circa, mentre in discesa ho proseguito nel solco dello stesso per qualche decina di metri in più, spostandomi sul pendio erboso dove questo era meno ripido.
Concordo con Blin1950 nel dire che il canale di accesso al colle è la parte più problematica, da percorrere con estrema cautela, specie nella parte finale dove si impenna, assolutamente sconsigliato risalirlo con terreno bagnato. Essendo per la maggior parte erboso con una sezione a piccole pietre mobili al centro, offre ben pochi appigli, in salita è più facile individuare appoggi sicuri per i piedi, in discesa l’entrata nel canale dall’alto è ricoperta da folta erba olina, conviene portarsi a destra verso la cresta che scende dal Cit Pontalonet, c’è un passaggio alla destra di una roccia dove l’erba lascia vedere alcuni piccoli gradini nella terra. Fatti questi primissimi metri, gli appoggi son nuovamente visibili. Mi son tenuta più o meno al centro preferendo le pietre all’erba sia in salita che in discesa, all’andata son uscita al colle “arrampicando” sull’erba olina.
Dalla depressione non si risale subito la cresta, ma ci si sposta a destra (lato Vallone della Legna) su cenge erbose e roccette per qualche decina di metri finché si iniziano a vedere in alto a sinistra le asperità rocciose e la Cima Occidentale della Costiera Lesiney e si è più o meno sulla verticale dei Lacs Geles visibili in basso. Si risale allora il versante NO della Punta Grand per gradini erboso-rocciosi e piccoli canalini aggirando i grandi affioramenti (visto uno spezzone di corda sfilacciato ancorato ad uno spigolo) e quando si raggiunge la cresta, si volge a destra e poi a sinistra sbucando tra il caratteristico dentone a destra e un’altra piccola asperità a sinistra (costruito un piccolo ometto sul dentone). Per il Piccolo Pontalonet, dal colle degli Orti si discende la pietraia fino ad una conca per aggirare la paretina rocciosa (presente ancora un piccolo nevaietto) e poi la si risale a sinistra senza percorso obbligato e in breve si è in vetta.
Gita forse appetibile solo per gli amanti della Valchiusella. Il panorama offerto è molto simile a quello che si ha dal più blasonato e vicino Monte Marzo (anche se da qui si vede molto meglio la Costiera Lesiney). Ma la “wilderness” e la solitudine sono totali, immenso e spettacolare l’anfiteatro che si apre ai piedi della cresta che va dal Facciabella ai Corni.
Giornata tersa, fresca e leggermente ventilata, un frutto fuori stagione per questa valle ad agosto, da cogliere al volo, con la garanzia di tante ore di luce, colori molto diversi da quelli dell’autunno (bistorta e timo ancora in piena fioritura) e alpeggi in pieno utilizzo. Lo sguardo da lassù si spingeva fin oltre il lago di Viverone, sulla pianura una volta tanto non invasa dalla nebbia e verso la VdA su Cervino, Rosa, Grand Combin, per citare solo i 4000.

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