Gran Carro o Becco della Siarda, crestone ovest – Via del Presidente

Gran Carro o Becco della Siarda, crestone ovest – Via del Presidente
La gita
abo
01/10/2019

Gita riassumibile dall’acronimo ABC: Alpinata Bella Cruda! Partiti con tutta calma alle 8 dalla Diga. La salita alla Bocchetta di Drosa è tutta al sole su sentiero ripido e con erba rigogliosa (facile smarrirlo, radi bolli sbiaditi), sudata assicurata! Arrivati alla Bocchetta (il sentiero arriva a quella di destra faccia a monte, ovvero la Bocchetta Nord) siamo scesi un centinaio di metri di dislivello nel “frigo” del versante ovest. Avevamo ben 4 relazioni (A sud del Paradiso, Grassi, Berutto e Scuola Gervasutti) e abbiamo lo stesso “piciuliato” mezz’ora per essere sicuri di trovare l’attacco giusto: in sostanza noi abbiamo risalito il canalone sulla dx del grosso nevaio a base parete NW e da lì per placche lisce (cordone bianco) abbiamo raggiunto il tagliente di cresta (con ometto sul gendarme subito a dx), non siamo sicuri al 100% sia l’attacco giusto ma direi che il luogo più logico per iniziare. La cresta è costituita da ottimo gneiss a grana grossa che è un piacere da guardare e scalare: si scala spesso su occhi di feldspato grandi come ovetti kinder! In realtà la maggior parte dei passaggi si possono evitare per placche sulla dx (comunque non banali) ma consiglio di stare il più possibile in cresta. Ci si protegge alla grandissima con friend (consigliati dal #0.3 al #2) e ogni tanto con nut medi. Poco materiale in loco, a testimonianza di una frequentazione che non dev’essere abbondante. La salita alla fine non pone grosse difficoltà e abbiamo percorso tutto lo sperone in scarponi e in conserva, salvo dei brevi tiretti nei passaggi di IV. Le difficoltà sono sorte in fase di discesa a causa della ben nota e stramaledetta “nebbia del Piantonetto”: una volta in cima infatti visibilità zero e umidità da tagliare col coltello. Dopo lunga riflessione abbiamo optato per la discesa dalla cresta nord (che consigliamo). Abbiamo sostituito il cordone alla prima calatina e poi siamo scesi senza difficoltà eccessive (comunque siamo sul PD/+) fino all’ometto che indica la seconda calata. Da lì ci siamo calati fino alla forcella (con corda da 60m abbiamo disarrampicato gli ultimi 5m, 1 passo di III) e abbiamo proseguito a “sensazione” fino alla Bocchetta sud. Da lì per arrivare ala bocchetta nord e al sentiero c’è ancora una breve risalita, qualche disarrampicata esposta e un bel tratto di cenge erbose.. tutt’altro che una passeggiata con visibilità minima! Una volta alla forcella la nebbia è diventata pioggerellina (non prevista dal meteo) e la discesa si è trasformata in una caccia al tesoro alla ricerca del sentiero, il tutto condito da scivolate, ravanate, risalite, insulti alla segnaletica del parco e alle previsioni meteo, erba fradicia e.. camosci morti.

Terza gita in 5 giorni in compagnia di Marco, l’uomo del monte con un senso dell’orientamento che anche la Garmin gli invidia.

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