Gran Becca du Mont Cresta Nord

Gran Becca du Mont Cresta Nord
La gita
brunello-56
5 20/08/2015

Dal lago fino al Col de la Sachere il percorso è abbastanza scontato, basta risalire il vallone tra massi, detriti e sabbie mobili e puntare al colle scegliendo la via più conveniente per l’ultima rampetta; noi abbiamo scelto di stare sulle rocce sulla destra.
La nostra salita alla vetta della Gran Becca du Mont (Bec de l’Ane per i vicini francesi) si può invece riassumere in questi punti critici:
– dal colle risalire la larga cresta (vaghe tracce ma stare sui massi, più portanti) fino ad un evidente masso “sopraelevato”;
– dal masso risalire fino all’evidente placca rocciosa rossastra (a destra salendo) che sovrasta uno scivolo di fini detriti, oltre la quale c’è un ometto in posizione “strategica”;
– attraversare lo scivolo e arrivare all’ometto strategico, sulla crestina, salendo su placche;
– scavalcare la crestina, sul versante opposto puntare ad un evidente ometto sulla cresta sommitale
– sbarcare in cresta attraverso un intaglio e poi seguirla, ora su facile percorso, fino ad arrivare alla punta principale sormontata dal grande ometto.
Con questi accorgimenti in vetta si arriva, necessaria solo tanta attenzione, poi lo spettacolo è inenarrabile. Oggi la salita, già tosta di suo, è stata ancora complicata dalla neve residua degli scorsi giorni ma soprattutto dal verglas sulle pietre, che ogni tanto il vento faceva staccare.
Al ritorno percorso il sentiero 14A – una vera balconata sul vallone e sull’Ormelune – dal lago fino agli alpeggi di Revera damon e poi discesa agli alpeggi di Revera desot sulla poderale.
Giornata fredda, vento impietoso in salita, nuvolosità vagante dalla Francia che però – con brevi tempi di attesa – lasciava ancora spazio ai panorami. Sul versante italiano invece visibilità perfetta, con il Rutor in primo piano.
Quante stelle per la gita? Oggi servirebbe il firmamento …

Nessuno oltre a noi sul percorso, neanche dal lato francese: si può dire che oggi la vetta parlava torinese (mi ci metto anch’io …). Un grazie a Gian Mario e Filippo (che usa ancora le unità di misura anglosassoni) per il lungo tragitto per arrivare in VdA e avere condiviso questa bellissima escursione e giornata. E grazie naturalmente a Monica per averla organizzata, con lei – si sa – solo gite ad alto valore aggiunto.
Mancava Frank, ma dal colle in poi non era certo terreno per lui.

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