Diecimilaquarantanove piedi. La finestra di bel tempo è piuttosto stretta e già verso le 9 le nubi preferiscono, andando e venendo, avvolgere alcune cime, mentre un paio d’ore dopo il cielo si fa nuvoloso e all’arrivo all’auto qualche goccia di pioggia sta arrivando..
Saliti in totale solitudine, eccetto qualche marmotta, nel vallone della Colombiera dove la fioritura non è ancora esuberante come altrove: l’esposizione è ad Ovest e il sole, partendo presto, arriva solo quando si è in cima. Saliamo per la dorsale Ovest, i primi nevai compaiono sopra i 2700 metri e hanno una buona tenuta. Panorama limitato dalle nubi, specie verso la val Troncea: il lago Fauri è ancora gelato e la neve lo avvolge silenziosa.
Scendiamo lungo la ripida cresta Sud (EE/F) e raggiungiamo il colletto (2900 metri circa) che ci separa dalla Punta Fauri Nord: saliamo per la facile cresta, che a sinistra (Est) precipita verticale sulla val Troncea, ma arrivati ad una anticima il percorso è interrotto da un salto di una quindicina di metri, che impedisce di proseguire se non alpinisticamente. Discesa per pendii di sfasciumi e rocce rotte molto scivolosi fino a tagliare tutto il fianco occidentale della montagna e raggiungere il Colle delle Rocce Platasse, da dove, risalendo per alcune decine di metri, parte il ripido canale per la cima, che faremo un’altra volta….
Ritorno su nevai più cedevoli fiancheggiando le caratteristiche tre pozze.
Con la sincera compagnia di Gian Mario.