gran gitone che puntavo da tempo.
precisazioni sul sentiero: dai chiappili, attraversate le case, dopo la seconda fontana, si sale subito a destra per i prati, su traccia ripida, toccando alcune baite, poi il sentierino si inoltra a sinistra nel bosco. se si fa attenzione, si vedono qua e là vecchi segni arancio/bianchi assai sbiaditi e qualche ometto, ma ci sono. sono sbucato sulla sterrata per Vassola esattamente dove si stacca il sentiero EPT-325 per il colle della Forca. Il segnavia era nascosto da piante ed arbusti. Mi sono portato la roncola.. e così ho fatto pulizia, anche su per il sentiero, a tratti non molto evidente, specie nel bosco. Anche in questo tratto, qua e là vecchi segni sulle pietre e qualche ometto. In vista del Testarebbo (croce metallica) la traccia si perde un po’ nell’erba alta, ma ormai si è fuori dal bosco ed il percorso diventa più evidente. Si percorre per un bel tratto la dorsale, qua e là segni sbiaditi, ed ometti, per portarsi poi in zona di pascolo, dove il sentiero si fa decisamente evidente. Dall’alpe cialma in poi, sono molti i segni (sempre sbiaditi) e gli ometti, che ho provveduto ad integrare. Giunto al Gias di Lee sono salito al col di Nora, contornando il lago sulla destra, si trova il vecchio sentiero che portava al colle, a tratti molto evidente e pure gradinato. Ho tirato su un bel po’ di ometti, ma facendo attenzione la traccia non la si perde. Soltanto sotto il colle, sovrastato dallo splendido monolito, ci si perde un po’ tra le pietraie, ma si raggiunge la depressione senza grandi difficoltà. Dal colle ho seguito un’altra traccia, a tratti vero e proprio sentiero, sul versante di Locana, per superare il primo salto della cresta, roccioso. Seguendo qualche ometto, per ripido pendio erboso, ci si porta in cresta, ampia e prevalentemente erbosa, per la quale si arriva in vetta senza difficoltà.
Il torrione che la guida CAI-TCI definisce la vera cima, in realtà non sembra più alto (viene data una quota di 2784 m) rispetto alla vetta con l’ometto, anzi, sembra più basso. Sulla cartina IGM viene data una quota di 2779 m, che potrebbe riferirsi all’anticima, mentre la cima ufficiale, dove si trova l’ometto e la targhetta del CAI Rivarolo, dovrebbe essere 2784 m, punto più elevato della montagna.
Panorama grandioso, grazie alla giornata fresca e ventilata (ghiaccio a 2100-2200 m), degna di cartolina e rara, in estate, nelle valli di Lanzo. Moltissima acqua in giro, gran solitudine, anche se, con sommo stupore, ho incrociato altri due “pellegrini” che avevano raggiunto la cima dal Vallone di Vassola. Gitona che richiede un buon allenamento, tempo stabile e buona visibilità.
Ora la parte bassa del sentiero, dal bivio dalla strada di Vassola, dovrebbe essere un po’ più evidente, chi seguirà, integri con ometti quanto basta.
In discesa, da sopra l’Alpe Cialma ho seguito il sentiero a mezzacosta che porta nella conca del Ciavanis, panoramico ed interessante. La strada sterrata però è stata un po’ devastante…
Gran gitone in solitaria, un altro tassello nel progetto “spartiacque val grande di lanzo-valle dell’orco”