Dopo troppo tempo senza arrimpicare si torna sulla roccia con questa superclassica della valle. A me è piaciuta: il sentiero in salita è ripido ma niente di che, la traccia c’è e seguendola non ci sono problemi. Dal punto di vista della roccia a me, per essere val Susa, è parsa abbastanza buona, facendo un minimo di attenzione noi non abbiamo smosso niente: ovvio sulle cenge bisogna fare attenzione e su L1, L3 e uscita di L7 conviene saggiare ciò che si tira ma per il resto a noi è parsa sana nel complesso e spesso saponata nei passaggi obbligati. Personalmene mi sono piaciuti L3, L7, L8 e L10 (abbiamo concatenato L5 e 6). Le prime 3 soste hanno dei vecchi cordoni, mentre le altre sono da collegare (due spit), noi avevamo una serie di nut e 4 friends dal 0.5 al 2 Kong, gli spit in via sono pochi e solo nei punti più difficili, ma volendo si riescono a non usare, c’è sempre qualche fessura utilizzabile. Chapeau a Boccalatte e soci: la partenza di L5 è bella impestata e esposta, sono solo pochi metri ma per farla nel ’35 con l’attrezzatura dell’epoca ci andava già un bel pelo. In discesa lo spuntone dove c’è la doppia è evidente…ma la catena proprio no, finché non ci si sbatte il naso contro non la si vede. L’ultima doppia volendo è evitabile disarrampicando un po’.
Con l’inossidabile Giuliano, dopo un bel po’ di anni che non scalavamo più insieme.