- Accesso stradale
- Cantiere con semaforo lungo la valle, nel tratto che era stato colpito da alluvione.
- Traccia GPX
Alle 3 a Gimillian, alle 9 in vetta. La partenza notturna per evitare il caldo terribile di questi giorni. Con Luna piena e luce della frontale al minimo. Camminare di notte dà anche la sensazione di avere più energia… mentre tutti dormono. Giungo al bivacco alle prime luci dell’alba, qualcuno riposa e la porta è aperta, anche qui a 2700 per il gran caldo. Anche con i disegni di chi mi ha preceduto non è banale capire il da farsi, si sale per pietraie. Quando appare di colpo la mole della piramide, la faccenda sembra bella spessa: piena di creste all’apparenza imprendibili che scendono in ogni direzione. La cresta giusta è quella che si trova sulla linea immaginaria che unisce la vetta alla Grivola. Ma la salita sarà facile ed appoggiata per lo più su massi stabili e comodi appigli fino al passo chiave della via. Ho solo il casco e nessuna attrezzatura, ma mi sono portato le scarpette per questo breve tratto di pochi metri. In tal modo, le tacche nette del passo chiave, che agli scarponi potrebbero sembrare dei bei quarti gradi, come sotto una lente d’ingrandimento, diventano ampie come piazze d’armi. Invece di ribaltarmi sul tettino mi porto a destra sullo spigolo, più tecnico ma meno faticoso, quasi non percepisco esposizione. Visto solo un vecchio chiodo ed un paio di cordoni bianchi lungo la cresta, fatta tutta all’ombra. Una salita da manuale, fluida e perfetta sotto ogni punto di vista. Il panorama è grandioso ed appagante, il cielo azzurro, leggermente fosco verso i rilievi di confine più distanti. Ma la discesa non sarà altrettanto rilassante. Tra le varie opzioni possibili scelgo di certo la peggiore, che sconsiglio caldamente: la discesa diretta ed infinita verso le baite di Grausson Inferiore. Ghiaioni ripidi e instabili che diventano una vera prova di resilienza, mentre le temperature cominciano ad aumentare in questo imbuto che diventa un forno. Solo verso i prati in vista del torrente il terreno migliora, si guada e si ripiglia la comoda mulattiera per il rientro. La via di rientro più diretta dovrebbe essere quella verso il bivacco Nebbia: me lo ricorderò per la prossima volta. 16 km x 1700 metri di dislivello.