Filon (Tète du) da Glacier

Filon (Tète du) da Glacier
La gita
erba-olina
4 21/08/2016
Accesso stradale
Buon parcheggio a Glacier

Seguita più o meno l’alternativa di salita indicata in blu nella cartina qui sul sito.
Buone le condizioni dei sentieri fin dove li si percorre, ma con poche tacche o bolli evidenti. Dal bivio sentiero 4 (per l’Amianthe) /sentiero 5 (per la Fenetre Durand) sotto la conca di By, conviene proseguire sullo sterrato per imboccare la poderale per gli alpeggi Filon, con il sentiero 5 si arriva inevitabilmente all’Alpe Lombardin, da cui bisogna poi tornare indietro. La strada per gli alpeggi Filon non è segnalata, necessario quindi avere una buona mappa della zona, si stacca dall’apice di un tornante della strada sterrata proveniente da By, a q. 2250 circa (palina per ippovia).
Abbiamo lasciato questa seconda poderale a q. 2421, in corrispondenza di un alpeggio, laddove sulla cartina “L’escursionista – Valpelline Saint Barthelemy” è indicato un sentiero che in diagonale ascendente conduce al Plan Filon. Trovate in realtà solo labili tracce di bestiame, per questo ci siamo tenuti un po’ troppo in alto (mea culpa!) dovendo poi ridiscendere. Meglio proseguire ancora sulla sterrata, finché sulla sinistra (salendo) si apre un bel pianoro erboso, Plan Filon appunto, a dossi e avvallamenti, solcato da molteplici tracce di animali al pascolo, basta seguirne una puntando alla ripida cresta erbosa di fronte (Arete de Bonnemort), a monte del Colle de Bonnemort che è la prima depressione (q. 2650 circa) posta tra l’omonima Punta a sud e l’inizio della cresta a nord.
Si sale faticosamente ma con passo regolare su terreno erboso per tracce di animali fin oltre q.2900, poi poco per volta l’erba lascia il posto allo sfasciume fine e a qualche masso. In prossimità dell’apice della Arete de Bonnemort, poco oltre q. 3000, occorre abbassarsi per toccare un colletto dal quale inizia la parte più ripida e faticosa. Si procede senza percorso obbligato preferibilmente sfruttando le tracce di animali e restando nei pressi della cresta, per quanto possibile, fino ai due ometti di punta. Ovviamente, non c’è ombra di neve, ormai.
Per il rientro, tornati al colletto di q. 3000 circa, svolta a dx e discesa lungo il canalone a lato dell’Arete de Bonnemort su detrito fine e poi prati fino alla q. 2400 circa, dove per tracce di bestiame siamo giunti all’Alpe Tsa de By e da qui al sentiero 4 visibile poco sotto (seguendo più o meno il percorso in rosso nella cartina qui sul sito).
Itinerario con poco sentiero e molto fuori sentiero, tecnicamente facile, da svolgersi con buona visibilità. Ricalca, almeno nella discesa, l’itinerario ski-alp/racchette, che deve essere bellissimo, visto l’ambiente.
Sole e vento freddo, con nuvole vaganti dalla Svizzera, panorami quindi intermittenti ma non esenti da un certo fascino suggestivo.
Visto un bel leprotto in vetta e un rapace bassissimo sulle nostre teste.
Mentre scendevamo una lunga e fragorosa scarica di pietre si è staccata dalla catena del Mont Rion provocando una grande nuvola di polvere.

Con Anto e Gian Mario, che ringrazio per aver assecondato questa mia proposta. Valpelline sempre stupenda, così come la ricordavo, e che è piaciuta anche a loro.

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