Ecrins (Barre des) Via Normale da Pré de Madame Carle

Ecrins (Barre des) Via Normale da Pré de Madame Carle
La gita
marco-berra
5 01/10/2017

Causa impegni lavorativi e la foratura di una gomma arriviamo a pomeriggio inoltrato al parcheggio, risaliamo il più velocemente possibile fino all’attacco del ghiacciaio, una volta giunti sul tratto pianeggiante una fitta nebbia ci coglie alla sprovvista e ci disorienta parecchio, poi con l’arrivo del buio e sotto una fitta nevicata umida decidiamo di fermarci, inutile proseguire a caso, meglio aspettare le schiarite della tarda serata annunciate nei meteo. Restiamo un’ora appoggiati l’uno all’altro contro un masso, il freddo si fa sentire, poi ad un tratto il cielo si apre per qualche istante e vediamo una lucetta su uno sperone sopra le nostre teste, capiamo che il rifugio è li a pochi minuti e che ci è andata veramente bene.
Al mattino siamo tre cordate sul ghiacciaio (noi usciti dal rifugio alle 4:30) e poco prima di raggiungere il passaggio sotto i seracchi sentiamo il boato di un grosso crollo, ci fermiamo tutti, le lucette restano immobili qualche minuto, poi si riparte e il più velocemente possibile si raggiunge la zona sicura più in alto. Superiamo o aggiriamo senza problemi alcuni crepacci e raggiungiamo infine la Brèche Lory (una corda fissa aiuta a superare la terminale e un tratto di pochi metri su ghiaccio vivo).
Saliti in cresta con la terza opzione (cordini fissi in buono stato) e seguito fedelmente il filo su roccia molto buona fino in vetta (alcuni passaggi fatti sul versante N ma sempre con le mani sul filo) proteggendoci soprattutto con i numerosi spuntoni. Scendendo abbiamo lasciato un cordino poco a monte della sosta attrezzata subito sopra la Brèche, che abbiamo raggiunto con due doppiette da 15 metri.
Scappata veloce sul Dôme de Neige per puro collezionismo, ritornati alla forcella abbiamo fatto una doppia per superare la terminale usando gli ancoraggi in abalakov della corda fissa, poi giù per la lunghissima discesa (ponti di neve ancora abbastanza solidi, solo un paio di volte il ginocchio è finito dentro), seraccata immobile, Glacier Blanc in buone condizioni fino al rifugio poi decisamente più tormentato, infatti noi ci siamo spostati sul sentiero alto marcato con numerosi bollini bianchi (non è semplicissimo agganciarlo dal ghiacciaio visto le numerose frane) ricollegandoci seppur con qualche difficoltà (sempre a causa delle frane e del buio sopraggiunto) al sentierone che porta al Refuge du Glacier Blanc, dove ci siamo riposati un paio d’ore, prima di rientrare al parcheggio.
Salita da non sottovalutare e mai banale, sia per quanto riguarda l’avvicinamento che la cresta (a noi è sembrata più impegnativa rispetto alla gradazione della relazione, ma probabilmente è un effetto dovuto alla molta neve presente); ambiente manco a dirlo superlativo, se poi si ha la fortuna di essere gli unici oggi sulla Barre, beh ancora meglio!

In ottima compagnia di Andrea.

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