Dragonet (Guglia del) Via Campia – Sperone Nord

Dragonet (Guglia del) Via Campia – Sperone Nord
La gita
iuccio6
3 22/09/2007

Partiti di notte dall’area attrezzata ciriegia in 3 ore circa siamo arrivati all’attacco della guglia, uno dei posti più selvaggi da me incontrati in Marittime.Dopo alcune lunghezze probabilmente siamo andati fuori via perchè le difficoltà incontrate andavano oltre a quelle riportate dalla relazione, ma nella parte iniziale si trovano chiodi e cordoni un po’ qua e un po’la per cui è facile andare fuori via. Abbiamo continuato con l’intento di guadagnare il filo dello sperone della guglia che in alto diventa più evidente, ma come si dice quando le cose vanno storte… sulla sesta lunghezza aggirata una quinta nell’intento di superare uno strapiombo afferro una lama che inizialmente pare buona, ma quando gli carico completamente il peso per ribaltarmi di sopra cede di schianto e io con lei… volo credo per una qiundicina di metri, l’ultimo friend messo salta, mi fermo su una placca a testa in giù, le corde in tiro sul penultimo friend che ha tenuto.Ripreso fiato e un po’ di lucidità rispondo a Pippo che non mi vede e mi chiama dalla sosta. Sanguinante riesco ad arrivare da lui in sosta che mi conforta un po’. Mentre cerco di riprendermi bisogna decidere cosa fare, il telefono muto senza segnale, io ancora pervaso dall’adrenalina dico a Pippo che se lui tira davanti io me la sento di continuare per tentare di uscire verso l’alto, mi guarda attonito e imperiosamente mi dice si scende: mai decisione più saggia, con il passare dei minuti il “caldo” della botta incomincia ad assopirsi e io sento dolori ovunque.Pippo recupera il materiale recuperabile e parte con la prima doppia, essendo fuori via ha dovuto attrezzare diverse soste di calata (destino vuole che la mattina avevamo preso martelli, mazzette di chiodi e parecchi cordoni).Mentre scendo Pippo mi osserva con occhio vigile perchè la botta come si dice lo presa “secca”, ma cerco di mantenere lucidità.Arrivati all’attacco dopo l’ultima doppia ringrazio Pippo che mi ha tirato fuori da li e sfogo tutto tensione, rabbia, lacrime e adrenalina.Che giornata!Arriviamo alla macchina nel pomeriggio io ormai fatico anche a tenere lo zaino sulla schiena per il dolore, ma il morale si è ripreso e riusciamo anche a farci due risate quando in macchina Pippo mi chiede cosa dirò a mia madre e io gli rispondo un “imprevisto”.A tarda serata in pronto soccorso mentre mi confermano niente di rotto, solo tanti lividi, penso ancora una volta cosa vuol dire legarsi con un compagno e condividere rischi,emozioni, gioie e dolori; probabilmente per me questa è la vera passione per la montagna, cosa ben diversa da un mero grado raggiunto su una via.
Grazie Pippo.

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